"Arkeon: comincia la sfilata dei testimoni" 3-2-2011
Torna in aula stamani per la terza volta di fronte al collegio
giudicante dopo i primi passaggi preliminari e la costituzione della
parti civili, il processo alla psicosetta ‘Arkeon’. Sul banco degli
imputati al piano terra di Via H. Nazariatantz una decina di persone
accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto circa tra anni
fa, a Bari, dopo le denunce di alcune persone truffate con un metodo
che ricopiava malamente alcune tecniche indiane.
Nell’ultima udienza dello scorso anno, dunque, celebrata dinnanzi ai
giudici della Seconda Sezione Penale (pres Forleo) dopo una lunga
camera di consiglio ammise le parti per il risarcimento dei danni
nella persona della dottoressa Lorita Tinelli come parte lesa (ma
anche come rappresentante del centro studi contro gli abusi
psicologici e l’ordine degli psicologi, mentre furono escluse
“Arcigay” e un’asscociazione di consumatori.
Successimamente l’avvocata difensore di Vito Carlo Moccia, principale
accusato per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio
abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e
violenza privata esessuale, prese la parola per precisare alcuni
aspetti procedurali, in particolare la genericità di alcuni capi di
imputazione, ma il collegio , dopo la replica del Pubblico Ministero
Francesco Bretone, preferì rinviare il processo per iniziare a
escutete i testumoni.
Ciò anche in considerazione del lungo elenco dei testi presentato
dalla difesa degli imputati allo scopo di accertare se le tecniche
usate dagli adepti del ‘metodo Arkeon’ fossero innocenti metodi di
meditazione e ricerca psicologica, oppure indirizzate a persone
fragili, pronte ad aggrapparti a qualsiasi speranza per stare meglio ,
in cambio di denaro: persone affette da tumori, Aids o anche coppie
sterili. L’introspezione della psicosetta barese, secondo
l’impostazione accusatoria, si traduceva in incontri e seminari
naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano
bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi a strani
atteggiamenti di libertà, fisica e verbale. La rete “Arkeon” copriva
tutto lo stivale, da Palermo a Roma, fino a Milano, dove è tutt’ora
in corso un altro dibattimento contro lo stesso metodo attuato da
Carlo Moccia. A Bari molti invece, secondo la ricotruzione del
sostituto Bretone avrebbero partecipato solo ad alcune lezioni, ma
altri sono arrivati a sborsare fino a 15mila euro, finendo
intrappolati in vere e proprie truffe. Ma per conoscere la verità
processuale su “Arkeon” non resta che attendere le testimonianze a
partie da questa mattina nell’Aula Collegiale della Seconda Sezione
Penale presso il Tribunale di Bari
Francesco De Martino
3 febbraio 2011
Il Quotidiano di Bari
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