Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio
"Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti"
12° Congresso Internazione promosso dalla Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR):
"L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" Verona, 20 e 21 Novembre 2010.
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html
http://pietrobono.blogspot.com/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html

venerdì 13 novembre 2009

Quando "Periti" e "Consulenti" esagerano 13-11-2009

Tratto da "Il Giornale" 13-11-2009
http://www.ilgiornale.it/interni/su_panorama_quei_32mila_bambini_rapiti_giudici/13-11-2009/articolo-id=398586-page=0-comments=1

Su «Panorama» Quei 32mila bambini «rapiti» dai giudici
di Redazione

Sono 32.391 i cosiddetti «sequestri di Stato» di cui parla il settimanale Panorama oggi in edicola. Oltre trentamila minori sottratti alla custodia dei genitori per decisione (a volte frettolosa) della giustizia. Nell’inchiesta di Antonio Rossitto, il settimanale indaga sulla sorte di questi bambini e sulle accuse di superficialità eccessivo interventismo contro assistenti sociali, psicologi e magistrati. Storie che si ripetono quotidianamente («Ogni giorno ne portano via almeno 80»). Storie come quella di Barbara e Patrizia, madre e figlia separate nel ’76 e ritrovatesi solo ora; o come quella dei fratellini di Basiglio, chiusi per due mesi in comunità per un’immagine oscena in realtà disegnata da una compagna di classe. I dati parlano di un aumento del 29,3% delle sottrazioni di minore negli ultimi dieci anni. Spesso per maltrattamenti e abusi, ma talvolta per eccesso di zelo. Per difendere i genitori sono nate alcune associazioni e siti, come www.falsiabusi.it. E su giustizia minorile e psicologi qualcuno avanza un dubbio: e se alimentassero un business che vale più di un miliardo di euro?


Tratto da "Panorama" 13-11-2009

Fratellini di Basiglio sottratti ai genitori: parlano i piccoli. In questo video
http://blog.panorama.it/italia/2009/11/12/fratellini-di-basiglio-sottratti-ai-genitori-parlano-i-piccoli-in-questo-video/

Le pressioni fatte dagli psicologi, le violenze subite in comunità, lo strazio per l’allontanamento da casa. I due fratellini di Basiglio, sottratti a marzo del 2008 ai genitori per un disegno a sfondo sessuale erroneamente attribuito alla bambina, raccontano la loro storia in un’intervista esclusiva a Panorama, in edicola da venerdì 13 novembre.

“Quei due mesi in comunità sono stati un incubo” ricorda il fratello, di 14 anni. “Una volta un ragazzo straniero mi ha puntato il coltello in faccia. Gli educatori hanno tentato di dividerci. Lui urlava che mi voleva ammazzare”. Sua sorella, 10 anni, racconta a Panorama: “Senza i miei genitori sono stata malissimo. Non dormivo la notte. Mi mancavano tantissimo. Mi sentivo molto sola: speravo sempre di tornare a casa”.

Il ragazzo parla pure dell’incontro con uno psicologo: “Quando sono entrato nella stanza ha urlato che se gli dicevo la verità mi avrebbe riportato a casa. Gli ho risposto che non avevo fatto niente con mia sorella. Lui gridava: ‘Non è vero! Mi devi dire la verità!’ Sono uscito piangendo: sentirsi fare un’accusa del genere è stato terribile”. Anche la bambina riferisce a Panorama un episodio analogo: “Mi chiedevano se facevo quelle cose con mio fratello, con un tono molto forte. Ero terrorizzata“.

I due fratellini erano stati portati via da casa il 14 marzo del 2008: una maestra aveva trovato sotto il banco della bambina un disegno che li raffigurava in una scena di sesso. Ma era lo scherzo di una compagna di classe. Sono tornati dai genitori dopo più di due mesi.
antonio.rossitto


Fratellini di Basiglio: assistente sociale
e psicologi indagati per lesioni colpose
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_febbraio_12/fratellini_basiglio_indagati_psicologi_assistente_sociale_lesioni_colpose-150993331678.shtml

Sottratti ai genitori per un disegno
http://milano.corriere.it/cronache/articoli/2008/04_Aprile/22/disegno_bambini.shtml?fr=correlati

Tornano a casa i fratellini tolti ai genitori
http://milano.corriere.it/cronache/articoli/2008/05_Maggio/16/basiglio_tornano_casa.shtml?fr=correlati

giovedì 29 ottobre 2009

Arkeon, padri e figli 29-10-2009

Sto riflettendo in questi giorni in particolare sulle relazioni tra padri e figli.
A questo proposito ho ritrovato uno dei primi post che scrissi sul forum Aduc nel Novembre 2007.
Lo riporto così com'era.

Pietro Bono


http://dilatua.aduc.it/forum/tentativo+censura+fallito_3560.php
Pietro B
28 novembre 2007 0:00:00
Cara Magi,

ti ringrazio per il tuo contributo, e ancor più per le tue parole appassionate.
Mi piacerebbe, se possibile, ragionare un po’ insieme.
Personalmente non trovo triste la storia di Fabia o altri che hai nominato. Anzi, la trovo meravigliosa.
In fondo racchiude forse il senso della vita: una sfida affascinante, antica come il mondo.
La sfida tra la paura e la speranza.

Gli ostacoli, le frustrazioni, le ferite ricevute, quelle che mi sono fatto, il senso di colpa per quelle che ho procurato, mi faranno desistere dal cercare la mia strada?
C’e un canto emblematico, che amo molto, e dice all’incirca: “…Abramo non partire, non lasciare la tua terra, cosa speri di trovar ?” e ancora “…la strada è sempre quella, ma la gente è differente, Abramo dove speri di arrivar?”

Ora, tra gli errori di percorso, esistono anche le illusioni. Ben ne sà appunto il “figliol prodigo”.
Forse però, è proprio grazie all’indugiare in quell’errore, che il figliol prodigo impara una fondamentale lezione: l’umiltà.

E così mi immagino questo figlio, sulla strada verso casa.
Immagino il suo stato d’animo. Il fallimento, la disillusione, la vergogna, il senso di colpa, le paure, le domande.
Poi, la sorpresa.
Suo padre è là, sulla strada di casa. Lo stà aspettando.
L’immagine di quest’uomo che, commosso, corre incontro al figlio, è struggente (Luca 15,20).

Ora vorrei fare qualche passo indietro, e guardare quel padre dopo la partenza del figlio.
L’affetto, la nostalgia, l’attesa, gli interrogativi, la trepidazione.
Cosa sarà di suo figlio? Sarà capace di orientarsi, di trovare la sua strada, o verrà travolto dalla vita?
Chissà.


Certo, quando il figlio pretende la sua parte del patrimonio, forse questo padre potrebbe trattenerlo.
Come forse potrebbe impedire al figlio di partire.
Ma non lo fa.
In fondo chi gli garantisce che sarà una storia a lieto fine?
Assolutamente niente. E lo lascia andare, accettando il rischio di perderlo per sempre.
Perché?
E’ forse un padre incosciente, irresponsabile?
Non credo.

Forse lo fa perché anche lui e stato figlio.
Forse lo fa perché lo ama e desidera per lui una vita autentica.
Forse lo fa perchè è in pace con la sua coscienza di padre.
Forse lo fa perché ha fede in suo figlio.
Ma tutto questo non basta a spiegare quel gesto.
In quel gesto si cela un mistero.
“Figlio mio, ora vai, prenditi tu la responsabilità per la tua vita, io ti benedico”.
Provare a trattenerlo, provare a salvarlo equivarrebbe a legarlo a sé ed insieme a generare, nel figlio, uno stato di diritto.
Ci penso da quando sono nati i miei figli. E sò che un giorno dovrò passare anch’io da quella porta.
Lo sò, è terribile. Ma è anche meraviglioso.

Ora, cara Magi, quello che mi piacerebbe davvero tanto, è che tu potessi incontrare di persona Fabia, Barbara, Alessandro, o chi vuoi tu e stare un po’ insieme. Incontrarsi, prendere un caffè e fare una camminata in questo splendido autunno. Soprattutto conoscersi. In pace.
E forse scoprire, che così come non esistono mamme perverse, anzi, così altrettanto non stai dialogando con dei mostri o delle larve.
Siamo solo persone come tuo figlio, che forse hanno bisogno di fare un lungo giro, prima di accettare l’evidenza: cioè che come figli, siamo stati amati. E soprattutto trovare l’umiltà di accettare quest’amore.

Personalmente non credo che questi argomenti siano monopolio né di psicologia, ne di religione, ne di titoli o albi professionali.
Credo invece che, in questo discorso, ci sia spazio per tutti coloro che con buon senso e buona volontà hanno gratitudine per la storia e rispetto e fiducia nel presente e insieme nel futuro.
Se tuo figlio è risentito con te, soprattutto se ti odia, allora cara Magi, abbi fiducia, è solo questione di tempo perché è già sulla strada di casa. Dietro quell’odio c’è solo una enorme, umana e comprensibile paura: quella di abbandonarsi all’amore. Parola di figlio.
Ti abbraccio.
P. S.
Se vuoi e se puoi, recapita queste povere righe a tuo figlio.
Perché a lui sono dedicate. Grazie di cuore.


Pietro B

martedì 13 ottobre 2009

Arkeon "essere o non essere setta: QUESTO è il problema" 13-10-2009

A due anni dall'attacco frontale al percorso di arkeon, di arkeon resta ben poco o niente.
Se non nel cuore delle persone che ne hanno fatto esperienza.
Che il lavoro di arkeon fosse scomodo per molti, il suo fondatore Vito Carlo Moccia lo ha sempre sostenuto.
Se qualcuno mi chiedesse qual'è il termine che sta in opposizione alla parola arkeon, non avrei dubbi. E' l'ipocrisia. E la religione dell'ipocrisia, si sà, ha molti fedeli.

Quando certi personaggi hanno scelto di dilaniare spregiudicatamente centinaia e centinaia di famiglie incolpevoli, appellandole criminalmente con la parola "SETTA", hanno fatto una scelta ben chiara e precisa. Una scelta di sterminio.
Tra queste persone spicca la Dott.ssa Lorita Tinelli del CeSAP.
Ma è in buona compagnia.
La Dott.ssa Tinelli ha scritto, ripetuto in ogni contesto che il lavoro di arkeon aveva portato persone verso il suicidio.
Nel rinvio a Giudizio per il processo arkeon, niente di tutto ciò pare comparire.

Come ho già scritto nella lettera alla Fecris dell'Ottobre 2008 "Ritengo possibile che qualche insegnante si sia approfittato della propria autorità per scopi personali, trascurando gli impegni di rispetto che si era assunto verso i propri allievi e verso il metodo arkeon.
Se questo fosse accaduto mi auguro che la Giustizia Italiana possa fare presto chiarezza, e soprattutto ritengo importante che le persone danneggiate sappiano quale dispiacere, quale straziante dolore e smarrimento tutto ciò ha procurato in tante persone all’interno del percorso di arkeon.
Sul mio onore posso garantire che, laddove ciò fosse accaduto, certo si è trattato di episodi isolati".

http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html
Da quì però a farne un linciaggio diretto a dieci famiglie che durerà una decina di anni ce ne passa. Per non parlare del linciaggio indiretto a centinaia di altre.

Per quel che mi riguarda, della disperazione delle persone comunque coinvolte, delle loro lacrime, delle ingiustizie subite, delle pressioni sulle persone ingiustamente indagate che in qualche caso hanno pensato al suicidio (e qualcuno lo ha anche tentato http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-la-verita-16-5-2009.html ), di tutto questo ritengo moralmente responsabile la Dott.ssa Lorita Tinelli, il Dott. Carlo Fornesi e la Sig.ra Gabriella, oltre naturalmente ad altri personaggi che, per il momento, albergano nell'ombra, come la "famosa coppia del nord".
Allo Psicologo Carlo Fornesi, dopo le sue ultime degradanti esternazioni, conto di dedicare al più presto un post specifico.
http://radoani.ilcannocchiale.it/comments/2288409

Intanto desidero ripostare l'articolo di Raffaella di Marzio, nota studiosa del settore.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/mydownloads/viewcat.php?cid=31

Soprattutto a causa di quest'articolo, dopo un anno e mezzo, la Dott.ssa Di Marzio è tutt'ora inspiegabilmente "ostaggio" della Procura di Bari.
(In data 24-2-2011 il G.I.P. Dott. Marco Guida di Bari, su richiesta dello stesso P.M proponente Dott. Francesco Bretone, archivia il procedimento PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO).
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2011/03/la-festa-per-qualcuno-e-finita.html

Pietro Bono

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http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=148

Essere o non essere setta: QUESTO è il problemaQuando l'informazione diventa dogma, i comitati diventano tribunali, gli esperti diventano guru e le persone rimangono, comunque, vittime.

Articolo di Raffaella Di Marzio

Aggiornato al 1 Novembre 2008

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Articolo tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno, 15 Febbraio 2008, p.2.

Caso setta, blitz romano della polizia

Ottanta adepti di “The sacred path” sorpresi in un albergo della capitale: anche un prete L’attività della presunte setta “the Sacred Path”continuerebbe, almeno apparentemente. Lo dimostrerebbe il blitz, compiuto dalla polizia di Roma, in un albergo della capitale. Gli agenti hanno trovato il presunto santone, Vito Carlo Moccia, 55 anni, barese, insieme con un’ottantina di persone, impegnate a partecipare a una riunione più o meno rituale, con tanto di candele. Fra loro, anche un sacerdote e uno psicologo.
Gli agenti hanno interrotto l’incontro, hanno generalizzato i partecipanti e sequestrato alcuni documenti e le stesse candele utilizzate. L’incartamento investigativo è stato poi trasmesso al pubblico ministero inquirente, il sostituto barese Francesco Bretone. Stando alle indagini sfociate nella notifica di alcune informazioni di garanzia a ottobre scorso, il “gruppo dirigente” della presunta setta avrebbe diffuso - con un certo consenso e una popolarità anche televisiva - il metodo psicologico innovativo “ Arkeon”. La sede di “The Sacred Path” è a Bari.



Prendendo spunto da questa notizia, vorrei fare alcune riflessioni in merito a quattro questioni che, in questo articolo, vengono affrontate simultaneamente poichè sono strettamente collegate tra loro:

1) il modo approssimativo e/o aggressivo di fare informazione (di cui l'articolo della Gazzetta del Mezzogiorno è solo un pallido e sbiadito esempio)
2) il modo in cui alcune agenzie mediatiche, gruppi di professionisti esperti e di cittadini si sono impadroniti e stanno attualmente gestendo il caso ARKEON, nome attribuito ad un percorso sperimentato e ideato da Vito Carlo Moccia
3) le conseguenze generate da una gestione dei conflitti tra sistemi sociali che mira non alla risoluzione e composizione dei conflitti stessi ma ad una loro estremizzazione, allo scontro tra le diverse parti, che in alcuni casi può arrivare alla organizzazione di gruppi di pressione che si attivano per mettere in atto minacce, intimidazioni, e alimentare, comunque, un clima di tensione sociale
4) il modo di affrontare lo studio e la ricerca sulle nuove forme di religione, spiritualità e le nuove forme di aggregazione che mirano a potenziare le capacità umane e dare una risposta (religiosa, filosofica, antropologica) alle domande dell’uomo su se stesso, sul senso della vita e della morte. In questo ambito la difficoltà dello studioso sta nel comporre e verificare le diverse narrazioni, quelle di chi è entusiasta e di chi è scontento, di chi ha avuto benefici e di chi si è sentito o è stato realmente abusato

Per quanto mi riguarda mi trovo coinvolta nel caso Arkeon mio malgrado, poichè, fino a qualche mese fa, non ero a conoscenza neanche dell’esistenza di questo gruppo.

Qualche tempo fa ho ricevuto una strana email da uno dei maestri di ARKEON, i cui seminari sono stati sospesi dall’ottobre del 2007, dopo circa un anno e mezzo di indagini iniziate il 20 Giugno 2006 e la consegna di alcuni avvisi di garanzia. Erano e sono indagate dalla Procura della Repubblica di Bari sei persone, tra le quali Vito Carlo Moccia.

Pietro Bono, che si è subito identificato con nome e cognome, mi chiedeva aiuto perchè lui, la sua famiglia e le famiglie di altri aderenti allo stesso gruppo erano state oggetto di alcune trasmissioni televisive, articoli giornalistici e discussioni in Internet nelle quali ARKEON veniva definito “psicosetta” o “psicosetta satanica”, il loro fondatore “guru” o “caposetta” e loro, tutti in blocco, o poveri plagiati oppure (peggio) complici delle malefatte del “capo-setta”.

Pietro Bono mi ha segnalato alcuni link dai quali si accedeva alle registrazioni delle trasmissioni, ad articoli di giornali e forum di discussione nei quali un certo numero di persone (non si sa mai quante persone dal momento che si usano gli pseudonimi) denunciavano gli abusi subiti nella “psicosetta” ARKEON. Mi aveva, inoltre, chiesto dei chiarimenti su cosa fosse il lavaggio del cervello e il plagio (voleva sapere come funzionasse il processo per cercare di capire se c’era qualcosa in lui che non andava) e io l’ ho invitato a leggere alcuni miei articoli pubblicati su questo portale.

La cosa che mi lasciò perplessa fu la motivazione con la quale Pietro Bono mi aveva scritto: chiedeva aiuto in quanto, come membro della “setta”, era stato travolto, insieme a decine di altre persone, e intere famiglie, da una ondata mediatica di fronte alla quale si sentiva “indifeso”, “confuso”, “sbigottito”, “smarrito” e "impotente", poichè, essendo definito membro di una setta, risultava anche, di conseguenza, “plagiato” e quindi qualsiasi cosa dicesse o facesse non sarebbe stata presa in considerazione da nessuno. Chi ascolterebbe un plagiato?

Non mi era mai capitato di ricevere una richiesta di aiuto simile a questa.

Le richieste di aiuto che ricevo sono quelle di famigliari di persone che sono entrate a far parte di qualche gruppo e che chiedono aiuto per ritrovare il loro congiunto. Oppure mi scrivono persone che sono uscite da una setta e chiedono come fare per ritornare alla loro vita di prima, recuperando la serenità perduta. Ricevo anche semplici richieste di informazioni su gruppi di vario genere da parte di enti o di privati.

Mi colpirono due cose: la prima fu che la persona in questione mi diceva che all’interno di ARKEON era iniziato da tempo un processo di riflessione e di autocritica, provocato anche dall'ondata mediatica e dalle accuse a loro carico. Mi diceva anche che probabilmente c’erano stati dei casi di abuso in qualche seminario e che l’aver appreso questa cosa li aveva profondamente segnati e li aveva spinti ad autoesaminarsi e a sottoporsi all’esame di enti esterni a loro. Il loro tentativo era quello di capire dove avevano sbagliato e cosa potevano fare per correggere e, se possibile, migliorare, il percorso ideato dal loro fondatore.

Il fatto che una “psicosetta” si dimostrasse disponibile a fare autocritica mi colpì perchè, anche quando sono attaccate, le "sette" si difendono chiudendosi e attaccando i critici con le stesse modalità o con maggiore ferocia.

L’autocritica è l’ultima cosa che fanno i gruppi settari.

La seconda cosa che mi colpì fu che Pietro Bono, maestro di ARKEON, mi disse di avermi contattato a titolo personale e che il fondatore, il “capo-setta”, non ne sapeva nulla.


Nelle sette non succede mai che un adepto prenda iniziative del genere (specie durante un attacco proveniente dall'esterno) senza autorizzazione del “ capo”.

Poichè non si trattava di un fuoriuscito ma di un maestro, vicino e solidale con il fondatore, la cosa mi stupì e cominciai a chiedermi: mi trovo veramente davanti a una setta?

Era indubbio che all’interno di ARKEON qualcuno aveva sbagliato abusando di alcune persone e c’erano alcune cose poco chiare, ma l’intera organizzazione poteva essere tacciata di essere una “psicosetta”?

Al di là delle finte e ridicole precisazioni di chi afferma che “setta” non è un termine dispregiativo, sappiamo tutti che, quando si taccia un gruppo di essere una “setta” si intende un sistema pericoloso, dove vengono perpetrati abusi sistematici sulle persone e dove i più deboli vengono indotti a pensare e a compiere azioni che, altrimenti, non avrebbero mai compiuto. La “setta” tende a fagocitare i suoi membri nel sistema separandoli dagli altri sistemi di appartenenza (famiglia, amici ecc.), la setta prosciuga i beni materiali e le risorse mentali delle persone che ne fanno parte, molte delle quali vi entrano con l’inganno, senza rendersi conto di cosa sia veramente il gruppo a cui aderiscono.

Potrei continuare ancora per molto sulla descrizione di cosa è una “setta”, ma rimando alla lettura di autori come S.Hassan e M. Singer e, per una visione critica della loro teoria, M. Introvigne, M. Aletti e altri. Per ulteriori approfondimenti, anche in questo portale si trovano una serie di articoli sull’argomento.

Mentre iniziavo a raccogliere informazioni sul caso ARKEON cercavo anche di riflettere e di non lasciarmi influenzare troppo dai media e dalle testimonianze lette, tutte molto critiche.

Le trasmissioni che avevo visto erano organizzate come dei processi in cui si sa già chi è colpevole. Ai “cattivi” veniva, di fatto, impedito di parlare, tranne che in un caso: una trasmissione di Maurizio Costanzo, in cui due membri di ARKEON sono stati invitati e hanno parlato senza essere interrotti.

Ho letto anche i messaggi delle persone che in un forum raccontano la loro esperienza “devastante” in ARKEON e, sullo stesso forum, ho letto anche i messaggi dei membri di ARKEON che cercavano di dire la loro e rispondere alle critiche: venivano di volta in volta ridicolizzati, o peggio, tanto che, alla fine, hanno rinunciato.

In ogni caso, le testimonianze dei critici erano molto pesanti:segnalavano episodi, azioni e pratiche discutibili, riprovevoli e anche penalmente rilevanti.

Dopo questa prima ricognizione delle informazioni che circolavano sulla rete e di quelle diffuse dalle varie trasmissioni, ho cercato il Sito Web di ARKEON per leggere la loro versione dei fatti o almeno il loro modo di presentarsi, ma i loro siti erano stati oscurati e quindi in rete rimanevano solo le testimonianze dei critici.

Ho cercato notizie di Arkeon in altri ambiti, in ambienti universitari e centri di studio, ma nessuno sapeva dire nulla in proposito, se non quello che avevano detto i media.

Preso atto di questa situazione ho ritenuto giusto ascoltare anche l’altra parte in causa, non solo perchè si trattava di una richiesta di aiuto da parte di una persona veramente sofferente (io attribuisco un valore identico alla sofferenza, sia che essa sia sperimentata da una vittima delle “sette” sia che sia sperimentata da una vittima degli “antisette”) ma anche e soprattutto perchè credo che lo studio di un fenomeno sia valido e accurato solo se si ascoltano tutte le parti in causa.

Dopo qualche tempo ha preso contatto con me il fondatore di ARKEON, Vito Carlo Moccia, il quale mi ha messo a disposizione i risultati di una ricerca (peraltro ancora da completare) fatta su ARKEON da un ente istituzionale riconosciuto a livello internazionale e mi ha detto di aver parlato con alcuni dirigenti del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa) chiedendo anche a loro che il percorso di ARKEON fosse studiato per verificare tutto ciò che di sbagliato c’era stato e c’era ancora e quanto di positivo vi si potesse ritrovare.

Dopo aver visionato il rapporto del centro di cui ho parlato sopra e aver verificato che il desiderio di autocritica c’era e che il fondatore e gli altri membri più vicini a lui erano disponibili a farsi conoscere, ho accettato l’invito a partecipare ad un incontro informativo con allievi e maestri di ARKEON.

La motivazione di questo incontro era quella di presentarmi e di farmi conoscere (naturalmente erano sospettosi e non si fidavano più degli “studiosi” o dei giornalisti), e di chiedere la loro collaborazione per portare avanti uno studio su ARKEON. L’incontro sarebbe stato anche il momento adatto per fare alcune interviste e per riflettere su quanto stava avvenendo (campagna mediatica compresa).

Questo incontro si è svolto il 9 febbraio 2008 a Roma. Erano presenti allievi, coppie, famiglie con figli, genitori di allievi, in totale quasi un centinaio di partecipanti. C’erano professionisti, casalinghe, psicologi, medici ecc. ecc.

La sala era stata preparata con le sedie in cerchio. Dopo esserci seduti una persona ha messo al centro della sala una bella candela piuttosto grande, che è stata accesa. So che per i membri di Arkeon il fuoco ha un significato simbolico. Per questo motivo non mi sono stupita che quel simbolo fosse presente. Inoltre, mi ricordava le serate estive di diversi anni fa, quando sulla spiaggia, di sera, insieme ad altri giovani ci divertivamo ad accendere il fuoco e a sederci tutti intorno per raccontarci le nostre storie.

Subito dopo esserci seduti Vito Carlo Moccia mi ha brevemente presentato e mi ha dato la parola. Ho colto l’occasione per risalire agli inizi dei miei studi sul fenomeno settario, per spiegare le ragioni per cui ancora oggi, dopo circa 15 anni, continuo a impegnarmi in questo ambito di studio, ricerca e aiuto, e, in particolare, del mio interesse ad approfondire il caso ARKEON.

Ho esposto da una prospettiva molto critica le mie considerazioni su come i vari media-associazioni-comitati hanno condotto la feroce campagna contro di loro e ho indicato quelle che potrebbero essere le chiavi di lettura del fenomeno.

Mentre parlavo osservavo le persone intorno a me: ho visto persone piangere raccontando gli effetti devastanti e le sofferenze che la campagna mediatica ha avuto sulla loro famiglia, sui loro figli, sul loro lavoro. Ho visto persone spaventate e timorose di parlare non perchè avessero fatto qualcosa di male ma perchè traumatizzate da quanto stava loro accadendo.

Tutte quelle persone non avevano mai, in tanti anni, assistito alle scene descritte nei forum e non sapevano nulla degli abusi di cui parlavano le persone che raccontavano le loro esperienze in televisione. Cadevano letteralmente dalle nuvole.

Durante la mattinata, mentre ascoltavo e talora intervenivo, osservavo il modo di porsi degli “adepti” di fronte al “guru”. Vito Carlo Moccia è stato, durante l’incontro, salutato da tutti con affetto e gratitudine ma è stato anche criticato con vigore da qualcuno, poi sostenuto da altri, che, pur rinnovandogli stima e gratitudine, non si sono certo mostrati reticenti nel dirgli quello che pensavano di lui, di ARKEON e di quanto stava accadendo, sollecitando l’intero “cerchio” a darsi da fare per chiarire e definire il percorso ARKEON in modo da evitare ulteriori fraintendimenti e, soprattutto, fatti gravi come quelli di cui qualcuno è accusato.

Mentre avveniva questo osservavo le reazioni: si vedeva chiaramente che in quel “cerchio” e in quel contesto Moccia non era il capo indiscusso. Nessuno gli ha chiesto: cosa dobbiamo fare? Chi voleva prendeva la parola facendo riflessioni personali su quello che sta accadendo ad Arkeon, nessuno è stato censurato e nessuno ha offerto soluzioni preconfezionate.

Vito Carlo Moccia non ha cercato di rispondere, ma sembrava, piuttosto, ascoltare e riflettere.

Un altro elemento che, a mio avviso, è significativo è questo: nonostante lo sbigottimento e la sofferenza che si potevano percepire nei presenti, non ho sentito NESSUNO, denigrare, offendere o rivelare segreti di coloro che sono fuoriusciti da ARKEON e che oggi diffondono le loro esperienze e testimonianze sui media.

La maldicenza verso i fuoriusciti e la rivelazione di segreti per metterli in cattiva luce sono un altro aspetto tipico delle “sette”.

Parlando dei loro “nemici” i presenti mostravano piuttosto profondo dispiacere per la possibilità che qualcuno avesse subito abusi nei seminari e incredulità di fronte alla ferocia di alcuni di questi fuoriusciti.

A proposito di questo ho sentito raccontare perfino di violenze fisiche e ho visto con i miei occhi lettere di minaccia, intimidazioni ecc.

Negli ultimi due anni chiunque è entrato in contatto con Arkeon, ha ospitato (prima della loro sospensione, nell’ottobre 2007) le persone che partecipavano ai seminari, ha intrapreso studi su Arkeon (non finalizzati alla sua denigrazione), ha parlato pubblicamente in termini positivi del percorso ecc. ecc. ha dovuto subire intimidazioni e minacce di vario genere.

Si è costituto anche un comitato che si firma “I familiari delle tante vittime del demonio Vito Carlo Moccia” il quale dice di essere costretto all’anonimato “per tutelare i loro famigliari dalla ripercussioni negative che verrebbero perpetrate nei loro confronti da parte del Moccia per rappresaglia” e che ha inviato a decine di persone lunghi fax nei quali afferma che “ospitare i seminari di arkeon, equivale ad essere complici delle malefatte del Moccia e probabilmente anche perseguibile sia penalmente sia civilmente”.

Nella campagna diffamatoria della stampa e della televisione sono finiti anche due sacerdoti attirati con l’inganno da certi giornalisti esperti in questa modalità di fare ”informazione” e ripresi dalle telecamere nonostante le proteste e prima che potessero riprendersi dall’ amara sorpresa.

Non è necessario sottolineare come questi metodi di pressione vadano a svantaggio di tutti e contribuiscano a fare altre vittime, oltre a quelle che ci sono state.

Credo che la modalità più correta di affrontare questi conflitti sia quella di lasciar fare a ciascuno il suo “mestiere”.

Le procure, gli avvocati e le forze dell’ordine hanno dei compiti precisi che stanno già svolgendo da tempo. Le persone indagate dovranno difendersi dalle accuse e, se non ci riusciranno, dovranno pagare per i reati commessi, chi è convinto di essere stato danneggiato ha fatto il suo dovere, che era quello di denunciare.

Perchè accanirsi, allora?

Ma torniamo al 9 febbraio e alla mia osservazione.

Un altro aspetto che mi ha colpito, sapendo che ARKEON nasce all’interno di un percorso REIKI (che oggi è del tutto abbandonato) è che un certo numero di persone presenti, nel momento di condividere la loro esperienza in ARKEON,mi hanno raccontato di essere tornati o di essersi convertiti alla fede cattolica.

Ho parlato con persone separate da molti anni che si sono sposate in chiesa, con persone che hanno fatto una vita dissoluta e si sono battezzati in età adulta, ho parlato con alcoolisti e tossicodipendenti che hanno superato la loro dipendenza e oggi svolgono un’attività rispettabile, sono sposati secondo il rito cattolico e hanno bambini che hanno scelto di battezzare a loro volta.

Altre persone, invece, mi hanno detto di essere agnostiche o atee, ma di rispettare la fede degli altri.

Lo scambio di informazioni, riflessioni e suggerimenti è andato avanti fino alle 15 circa quando si è deciso di fare una pausa per pranzare.

A quel punto la mia impressione-sensazione non era quella di chi si trova dentro un gruppo settario, non mi sembrava che ne avesse le caratteristiche.

Certo, si trattava solo di una prima impressione, non era una esperienza di ARKEON durante un seminario o un intensivo, era solo un primo contatto. Anche questo, comunque è un inizio da cui partire, un tassello da cui cominciare a costruire un mosaico suscettibile di approfondimenti, aggiustamenti e verifiche.

Mi trovavo di fronte a due realtà decisamente opposte l’una all’altra: quella descritta dai media e in Internet, e quella che vedevo con i miei occhi.

Che la verità come al solito stesse nel mezzo?

Forse i membri di Arkeon presenti non erano tutti sotto influenza del lavaggio del cervello?

Oppure fingevano tutti quanti con me in una rappresentazione teatrale ben orchestrata per ingannarmi?

Se qualcuno è appassionato di complottismo potrebbe abbracciare anche questa ipotesi. Allo stesso modo si potrebbe immaginare un complotto colossale ai danni di Arkeon da parte di qualcuno, ma anche questo è complottismo puro e personalmente non ho interesse a interpretare la realtà in termini di ipotesi e complotti.

Torno dunque ai fatti e al 9 febbraio scorso.

Durante la pausa pranzo, abbiamo visto entrare alcune persone che abbiamo subito identificato come agenti della DIGOS. Siamo stati invitati a consegnare i nostri documenti, gli agenti hanno sequestrato la candela, il manifestino di Arkeon appeso fuori dalla porta della sala, un computer, delle videocassette e anche alcuni manifesti del mio sito che avevo portato quella mattina (non c’è problema, sono lieta di farne omaggio alla Digos di Roma).

Subito dopo ci è stato detto che, poichè eravamo persone informate dei fatti, ad alcuni di noi sarebbe stato chiesto di rispondere ad alcune domande.

Non so esattamente quante deposizioni siano state firmate, ma tra le altre c’era anche la mia.

Dopo circa tre ore di formalità ci sono stati restituiti i documenti e ci è stato consentito di ritornare nella sala e riprendere la riunione. Nessuno era andato via, a parte chi doveva partire, e in molti hanno condiviso la loro esperienza. Ho avuto modo di ascoltare alcune testimonianze che mi saranno utili per lo studio che ho intrapreso. L'incontro si è concluso intorno alle ore 20.


Per quanto mi riguarda vorrei cercare di rimanere fuori dalla baraonda, di avvicinarmi il più possibile alla verità, di osservare un fenomeno sociale per descriverlo.

ARKEON, come molti altri movimenti e gruppi presenti in Italia e nel mondo, è un percorso nel quale si sono ritrovate persone che, come molte altre che frequentano altri gruppi, cercano risposte su se stessi, sulla vita, sulla morte, il dolore, la sofferenza. E’ un piccolo sistema sociale con tutte le dinamiche tipiche dei sistemi sociali, all’interno dei quali c’è sempre una certa dose di “manipolazione”.

Tutto sta a comprendere se questa manipolazione supera o no un certo livello di intensità, se le persone vengono rispettate nella loro libertà, nei loro sentimenti, nella loro sensibilità oppure no.

Per quanto riguarda me ho imparato dai miei errori a non affrettare troppo le conclusioni e a non formulare giudizi sull’onda dell’emotività, del rancore, dell’ indignazione.

Procedo, dunque, con la mia ricerca su Arkeon e sono disponibile ad accogliere le testimonianze di persone che si sentono danneggiate da questo percorso, che hanno sofferto a causa di ARKEON così come accolgo le testimonianze degli altri.

Il giorno 17 febbraio 2008 un utente di questo portale ha postato per la prima volta nei Forum invitando a fare qualche riflessione su ARKEON. Chi fosse interessato può leggere i vari interventi che ritengo utili per comprendere le dinamiche interne al gruppo e anche le critiche che provengono dall’esterno. [NDR: Dal 30 Aprile 2008 tutti i Forum di SRS sono stati temporaneamente disattivati]


Fino ad oggi, oltre alle esperienze ascoltate durante l’incontro (una quindicina), ho ricevuto la disponibilità di altre 30 persone che hanno frequentato seminari e che hanno avuto benefici all’interno di ARKEON e di 3 persone che criticano il percorso e si dichiarano danneggiate da esso.

Le 30 persone di ARKEON mi hanno fornito il loro nome e cognome, delle tre persone “scontente”, due sono fuoriuscite (di loro conosco nome e cognome), la terza si presenta come madre di una persona che frequenta ARKEON, ma di lei non conosco le generalità.

Ringrazio tutte queste persone per la loro disponibilità e rimango in attesa di ulteriori contributi, da qualunque “fronte” provengano.
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© 2008 - Questo articolo o parti di esso possono essere riprodotte purchè si citi la fonte e si apponga un link al sito http://www.dimarzio.it/

sabato 10 ottobre 2009

Arkeon "Presunto colpevole" 10-10-2009


E’ da poco uscito il libro “Presunto colpevole” del Criminologo Luca Steffenoni.
http://www.lucasteffenoni.com/
Lo leggerò con attenzione.
Già dalle recensioni mi pare di comprendere che quello di Steffenoni sia un contributo importante di denuncia che va aldilà dei casi specifici e tratta di metodi barbari e incivili a cui la demonizzazione del caso “arkeon”, utilizzando l’infame marchio di “setta”, non è estranea.
Non a caso il tema degli abusi su minori e quello delle sette viene spesso fatto coincidere.
Ma soprattutto il mondo dei consulenti, degli interessi e delle frequentazioni spesso coincide.

Pietro Bono
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Tratto dal blog di Ugo "giustizia intelligente"

«Stanno cacciando il Pescecane!»
"Ogni volta che vengo invitato a un dibattito sull'efficacia della lotta alla pedofilia e sugli errori giudiziari di cui questa è lastricata, mi tornano in mente le estati della mia infanzia passate su una piccola isola della ex Iugoslavia. A volte la quiete delle rade veniva interrotta da un boato. Di colpo i grandi smettevano le loro attività per correre a scrutare l'orizzonte come il capitano Achab. Nelle giornate limpide si poteva osservare anche un alto spruzzo che accompagnava il botto. Boom, spruzzo, boom, spruzzo. Andava avanti per ore. Noi bambini sapevamo già di cosa si trattava, ma pazienti aspettavamo che l'adulto, facendo un'intensa pausa teatrale e abbassando il tono perché il vento non ascoltasse, proclamasse con enfasi: «Stanno cacciando il Pescecane!». Figura mitica che merita la maiuscola. Se ne parlava al porto, al mercato del pesce, nei bar del paese: il pescecane, seguendo le rotte delle navi dirette a Trieste, doveva passare di lì. E andava ucciso. Inutile dire che, in quindici anni, di squali appesi per la coda non ne ho mai visti. Una gran quantità di delfini, di piccole verdesche, perfino una foca monaca finita chissà come nel mare sbagliato, ma di predatori marini neanche l'ombra. Quello che invece si vedeva bene era lo scenario di morte che all'indomani si presentava sulla spiaggia: una mattanza di innocenti lasciati a marcire al sole, becchettata da grassi gabbiani ormai satolli.
I ragazzini del paese si procuravano bombe a mano e candelotti di dinamite, sempre disponibili in una terra martoriata da continue battaglie, e passavano l'estate così. A noi bambini di città tutto ciò pareva l'azione di perfetti imbecilli, ma i genitori sospendevano volentieri ogni giudizio ecologico e morale in virtù di quella nobile causa. E offesi dalla nostra presunta neutralità, ci tiravano in mezzo, facendoci presente che proprio noi piccoli umani rappresentavamo la preda più ambita per l'assassino dei mari.

Il ricordo torna attuale quando immancabilmente, nel corso del dibattito, una signora si alza con voce un po' astiosa dicendo: «D'accordo, lei avrà anche ragione, però i pedofili ci sono».
Strano destino quello di queste discussioni, nelle quali c'è sempre qualcuno che vuole convincerti di una cosa della quale sei da sempre convinto. «Sì, signora, esistono. E anche i pescecani.» (...)"

(dalla Premessa, pagg. 3/4)

Luca Steffenoni
"Presunto colpevole. La fobia del sesso e i troppi casi di malagiustizia" Chiarelettere, 2009
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Tratto dal sito "Falsi abusi"
http://www.falsiabusi.it/archivio/eventi/steffenoni.htm

LUCA STEFFENONI: "PRESUNTO COLPEVOLE"

LA FOBIA DEL SESSO E I TROPPO CASI DI MALAGIUSTIZIA

IN TUTTE LE LIBRERIE DAL 18 SETTEMBRE

Com’è nata l’emergenza pedofilia?
Come può il Tribunale per i minori togliere due fratellini alla propria famiglia solo a causa di un disegno sconcio trovato sotto il banco? Come si diffonde un contagio psicotico che fa vedere orchi e stupratori ovunque, alimenta teoremi giudiziari privi di qualsiasi riscontro, causa la condanna di centinaia d’imputati a pene detentive abnormi, giungendo dopo anni ad una tardiva assoluzione? Cos’è successo nelle tante scuole nelle quali incolpevoli insegnanti sono messi alla pubblica gogna con il marchio infame del pedofilo salvo poi risultare del tutto estranei ai fatti? Come spiegare l’inferno familiare nel quale seicento padri separati vengono denunciati ogni anno per violenze sessuali sui propri figli solo in seguito a rapporti conflittuali con l’ex moglie?

Un’inchiesta sulla via italiana alla lotta alla pedofilia, lastricata di errori giudiziari, paure furbescamente alimentate, dati falsi, ideologie preconfezionate, conflitti d’interesse e finanziamenti a pioggia che sostengono l’esistenza di vere e proprie lobby antiabuso.
Un sistema processuale viziato da forzature di ogni tipo nel quale tanto è possibile che un colpevole sfugga alla pena, quanto che un innocente sia condannato.
Come l’allarme pedofilia si è trasformato in un gigantesco business sulla pelle dei bambini.
Un libro di storie drammatiche e di casi giudiziari che hanno gettato nella disperazione famiglie intere alla luce di un sistema che ha perso di vista il proprio obiettivo per diventare persecutore di quei bambini che finge di tutelare.

Un punto di riferimento giuridico e pratico per tutti coloro che vivono al contatto con minori, perché c’è una sola certezza: può capitare a ciascuno di noi!
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Recensione del libro “Presunto colpevole” a cura del quotidiano LIBERO 18 settembre 2009

Come ti creo il mostro

Interessi economici, giustizia malata, vendette, psicosi.
Cosi funziona la macchina che inventa i genitori pedofili

LUCIA ESPOSITO
Può capitare a chiunque di svegliarsi e scoprire di essere diventato un mostro. Succede che un giorno, all’improvviso, tutto quello che avevi fino alla sera prima - la famiglia, gli amici, il lavoro - si trasforma in un grande buco nero che ti ingoia e ti cancella. Non esisti più. L’accusa di aver molestato un minore è più di una condanna penale. E una sentenza di morte. Il criminologo Luca Steffenoni ha scritto un libro (“Presunto colpevole”, edito da Chiarelettere) che tutti - insegnanti, giudici, psicologi e genitori - dovrebbero leggere per cambiare prospettiva e vedere cosa c’ è dietro l’allarme pedofilia.

Un libro che squarcia il silenzio e parla dell’interesse economico mascherato dall’ amore per i più piccoli di molte associazioni. Enti. Istituti ed esperti. Ci sono bambini strappati alle famiglie che diventano adulti negli orfanotrofi, un sistema giudiziario che non funziona, insegnanti che finiscono in carcere vittime di psicosi collettive, uomini sbattuti in cella solo sulla base di perizie psicologiche.
E perfino di sogni. Com’è successo a don Giorgio Carli, condannato a sette anni e sette mesi dalla Corte d’appello di Bolzano dopo un processo basato sull’ attività onirica della donna che lo aveva denunciato. Incriminato perché uno psicoterapeuta aveva interpretato i sogni della vittima. Ci sono tante storie cominciate con un’accusa di molestie sessuale, continuate con una condanna e terminate con un’assoluzione troppo spesso tardiva. Vite annientate.

Basta poco per far scattare una denuncia. Salvatore Lucanto ha passato due anni e mezzo in carcere per aver violentato la figlia e la cugina. Poi è stato assolto. L’accusa, che si basava sui disegni fatti dalla figlia davanti alla psicologa, cadde quando divennero chiari i metodi utilizzati per ottenere le prove: «La signora mi ha detto che devo disegnare un fantasma e chiamarlo pisello», aveva dichiarato la bambina all’uscita dell’audizione protetta. Un altro imputato è riuscito a salvarsi da un’accusa rivelatasi falsa solo perché aveva avuto l’idea originale di farsi tatuare il pene con un’immagine che la presunta abusata non ha saputo descrivere.

La situazione peggiora quando, nel ’96, cambia la legge sulla violenza sessuale e viene introdotta una norma che disciplina gli atti (come le molestie e tutte quelle azioni in cui non c’è contatto genitale) che rischiavano di restare esclusi dal reato di violenza. ‘Ma è atto sessuale lasciare in mutande i bimbi che si sono bagnati durante una festa? Fare il bidet ai figli? Osservare le parti intime se necessitano di cure? Fare la doccia con il proprio bimbo? «Eppure», scrive Steffenoni, «tutti questi fatti sono entrati nei processi come sintomo di abuso e ritenuti spesso sufficienti a giustificare condanne o l’allontanamento dei piccoli dai propri genitori». Nei processi si parte dal presupposto che i bambini raccontano sempre la verità, ma spesso le loro testimonianze sono confuse e condizionate dalle domande degli psicologi che stanno sempre più assumendo il ruolo di poliziotti. Il criminologo parte da un dato: ogni anno arrivano 5 mila denunce da parte di scuole, centri d’ascolto, servizi sociali e Asl. I casi concreti sono 845. Significa che una buona fetta delle segnalazioni si rivelano se non false, almeno fantasiose. Sovente frutto di psicosi o di vendette contro l’ex coniuge. Chi viene accusato ha poche possibilità di difesa e il processo ha quasi sempre un esito scontato. È l’accusato che deve dimostrare la propria innocenza, non l’accusa che deve portare elementi certi. Meglio essere arrestati per omicidio: l’indulto si applica a chi uccide un bimbo ma non a chi è accusato di averlo palpeggiato.

Sullo sfondo di “Presunto colpevole”, tutte le storie di bimbi sottratti, di papà ingiustamente condannati, c’è l’inquietante cornice entro cui si muovono i procedimenti giudiziari per abusi sessuali: il cosiddetto “sistema antiabusi”, un mondo autoreferenziale, fatto di consulenti, psicologi, esperti. Spesso improvvisati, centri di assistenza ai quali compete la prima e anche l’ultima parola nei procedimenti giudiziari. Ci sono tra i 26mila e i 28mila bambini che vivono negli istituti fino alla maggiore età. Strappati alle famiglie per mille cause: perfino l’indigenza di genitori affettuosi e premurosi diventa un buon motivo per portare via i piccoli. Stato, Regioni, Province e Comuni danno finanziamenti per circa 200 euro al giorno per ogni bimbo. Per un totale di 1898 milioni di euro all’anno. Ogni bimbo in istituto costa 75mila euro all’anno. Siamo sicuri che questi istituti facciano solo sempre l’interesse dei piccolini?
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Citazioni tratte dal libro "Presunto colpevole"
http://www.babylonbus.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=385102

“Più conosci il sistema, più lo eviti… Ho visto troppi pareri richiesti a centri antiabuso finiti con i carabinieri sotto casa.”
Dalla testimonianza anonima di un pediatra (p.106).

“Abbiamo dichiarato il falso in età molto giovane.”
Dalla lettera di due fratelli di 17 e 19 anni alla Corte di cassazione. Anni prima avevano denunciato il padre per abusi subiti (p.207)

“Mi sgomenta la superficialità: non c’è una fotografia, non c’è una documentazione.”
Dalla requisitoria della pm Tiziana Siciliano sul caso di Marino Viola, tassista milanese accusato di aver abusato della figlia e poi assolto dopo quattro anni d’indagini (p. 66).

“Resta l’orrore di un quartiere impazzito, del lattaio che ti chiude il conto, dei genitori che incrociandoti trattengono i figli, delle scritte sotto casa, dei falsi periti che firmano qualsiasi ignominia pur di garantirsi la collaborazione con il tribunale.”
Dalla testimonianza di una maestra coinvolta in un processo per abusi su minori (p. 238-239).

“La conduzione delle indagini in questi processi è frequentemente improntata a improvvisazione o metodi inquisitori.”
Dal documento promosso dall’Unione camere penali italiane su gravi distorsioni del sistema giudiziario in tema di abusi, 11 marzo 2009 (p. 168).

“Meno del 10 per cento dei bambini torna in famiglia. Anche in caso di assoluzione, psicologi e assistenti sociali fanno le barricate… Motivo? Lei si immagina un ospedale senza malati?”
Dalla testimonianza anonima di un prelato sulla gestione degli orfanotrofi che ricevono i bambini in affidamento (p. 266).

sabato 3 ottobre 2009

"Se ci fosse un uomo" 3-10-2009

Ho trascorso questi ultimi due mesi in ascolto.
Ora ho diverse cose da dire.
E la settimana prossima intendo chiarire la mia intenzione, che in sostanza è quella di costituire, con altre persone di buona volontà, un Comitato per tutelare la legalità e la verità ferita sulla vicenda arkeon.

Domani, Domenica 4 ottobre si festeggia San Francesco d'Assisi.
Questo Santo mi è particolarmente caro.
Per fortuna ai suoi tempi non c'era la Dott.ssa Lorita Tinelli, altrimenti ora avremmo forse un altro patrono nazionale.

Intanto dedico a tutti una bella canzone di un uomo che la libertà e il rispetto, li ha coltivati realmente, Giorgio Gaber. La dedico a tutte le persone ferite da tanta violenza, da tanta avidità, da tanta ottusità.
Un abbraccio.

http://www.youtube.com/watch?v=UMR3Z6YGJxI

Pietro Bono

domenica 2 agosto 2009

Arkeon, i bisonti e le tentazioni "distruttive" 2-8-2009

L’altra sera a “Super Quark”, è stato trasmesso un bel documentario sui bisonti dei parchi d’America. Ho appreso con stupore in quella trasmissione che, a fronte di una popolazione attuale di circa 5.000 bisonti, all’inizio del secolo scorso erano rimasti soltanto 26 esemplari di questo maestoso animale. Inoltre, ho appreso che addirittura, la specie autoctona dei lupi grigi era stata sterminata definitivamente in quei territori già dal 1926, e che la reintroduzione del lupo in quei territori era stata compiuta negli ultimi anni, utilizzando la specie del lupo bruno Canadese. In questo modo si era quindi ricostituito una sorta di equilibro naturale, precedentemente azzerato da talune devastanti tendenze umane.

Riflettevo su questi comportamenti umani che paiono andare ben oltre la ricerca anche solo del più bieco profitto economico. Ma che invece paiono quasi mirare alla distruzione di qualunque forma e simbolo di bellezza, fierezza e naturalezza.

Riflettevo di queste cose guardando il televisore nel reparto di medicina in cui ero stato ricoverato nella tarda mattinata. E non riuscivo, davanti a quelle stupende immagini di una lotta cruenta ma leale tra i lupi e i bisonti, a non pensare alle analogie con l’attacco e il tentativo, che di leale non ha certo nulla, di “sterminio” e di persecuzione delle famiglie di arkeon.
E la mia mente tornava alla mattinata. Tornava ai pensieri che sull’ambulanza mi affollavano la mente mentre, tappezzato da fili di ogni tipo, mi infilavano la maschera dell’ossigeno.
Ero stato messo d’urgenza sull’ambulanza dopo una visita urgente del cardiologo, per un violento e preoccupante dolore al petto. La cosa buffa, in tutto questo trambusto, è che alle domande del cardiologo, mi veniva quasi da rassicurarlo sulle mie condizioni e, quasi per giustificarmi, mi veniva da dirgli: “…non si preoccupi dottore, è solo che ho avuto un periodo un po’ stressante e soprattutto ho ricevuto ultimamente brutte notizie…”. Infatti mezz’ora prima avevo ricevuto notizie allucinanti sul caso arkeon. E anche altre, altrettanto inquietanti, la sera precedente.
In tutto questo non potevo non pensare alle tante vicende di “crepacuore” di cui avevo letto in questi ultimi mesi. Di persone come Don Govoni e tanti altri che, accusati ingiustamente, sono stati trafitti da tanta ingiustizia, tanta cattiveria e ottusità.
http://www.falsiabusi.it/Modena/home_modena.htm

A guardarlo dall’ambulanza, il teatrino che intorno alla vicenda arkeon si è costituito negli ultimi tre anni, veniva quasi da ridere. Guardare alla burocratica giurisprudenza con cui alcuni giudici si erano pronunciati sostenendo che verso il lavoro e le famiglie di arkeon non c’era stata alcuna diffamazione, faceva venir da ridere. Quasi morire…dal ridere.
Pensare, ascoltando la sirena dell’ambulanza, agli ultimi criminali titoli dei giornali: “Il progetto della setta: violentarle per guarirle”, faceva pensare al verosimile progetto di certi Centri Studi: “violentare la verità per eliminarli…”.
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=254006&IDCategoria=1

Così sull’ambulanza mi ascoltavo e mi sentivo in pace con me stesso e con la mia vita. L’unica preoccupazione andava ai miei figli ancora i tenera età. E a mia moglie.
Un desiderio però restava.
Quello di poter salutare le tante persone, le tante famiglie incontrate nel percorso di arkeon, che mi hanno accompagnato e incoraggiato in questi anni.

Ho intenzione d vivere ancora a lungo.
Ho diversi progetti nel cuore.
La lezione di questi giorni mi porta a prendere una decisione che ho rimandato a lungo per mesi.
Ora, evidentemente, non ho più molto da perdere. Soprattutto non ho più tempo da perdere.
E questo senso di libertà mi ripaga del dolore provato in questi anni per tutte le bugie lette, per tutte le cattiverie, le menzogne e i palesi “intenti distruttivi” di quattro gatti rancorosi formati in un Centro di documentazione che certo non merita questo nome e che in sede del Procedimento Civile a Bari, in cambio di “clemenza”, pare abbia chiesto il mio silenzio, insieme a quello di Cosimo e della Dott. Di Marzio. Che spettacolo penoso!
http://pietrobono.blogspot.com/2009/06/arkeon-il-procedimento-civile-per.html

Ora ho solo il desiderio di riprendere una vita normale. Non ho più intenzione di privarmi dell’amicizia, dell’affetto e della compagnia di tante persone, tante famiglie meravigliosamente normali che mi sono infinitamente care. Perché è questo che mi spacca il cuore, e non certo il risentimento di persone che prima hanno fatto di tutto per rovinare la propria vita ed ora si sono dedicate al tentativo di rovinarla ad altri.

Così ho organizzato, nella prima metà di Settembre in centro Italia, un incontro tra le famiglie che hanno condiviso l’esperienza di arkeon e che hanno il piacere di rivedersi in serenità.
Sarà una giornata informale, non un seminario. Un’occasione per incontrarci e stare semplicemente insieme in uno dei luoghi più cari a San Francesco, e magari percorrere un tratto del cammino e del sentiero a lui dedicato.
Intanto un abbraccio sentito a tutti.

Pietro

giovedì 25 giugno 2009

Arkeon: urge una "CARTA DI NOTO" 25-6-2009

Nel 1996 prese forma la CARTA DI NOTO - Linee guida deontologiche per lo psicologo forense. Documento nato dalla collaborazione interdisciplinare tra avvocati, magistrati, psicologi, psichiatri, criminologi e medici legali dopo il convegno "Abuso sessuale sui minori e processo penale", tenutosi a Noto il 9 Giugno 1996 ed organizzato dalla Prof.ssa de Cataldo Neuburger e dall’Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali…
http://www.privacy.it/codeonpsicolforense.html

Nel 2002, la Carta venne rivista e integrata.
“Il presente aggiornamento della Carta di Noto del 1996, che costituisce ormai un riferimento costante per giurisprudenza, letteratura e dottrina, è stato reso necessario dalle innovazioni legislative intervenute nel frattempo e dall’evoluzione della ricerca scientifica in materia.
Le linee guida che seguono devono considerarsi quali suggerimenti diretti a garantire l’attendibilità dei risultati degli accertamenti tecnici e la genuinità delle dichiarazioni, assicurando nel contempo al minore la protezione psicologica, nel rispetto dei principi costituzionali del giusto processo e degli strumenti del diritto internazionale…”
http://www.falsiabusi.it/area_giur/giurispr/02.htm
http://www.falsiabusi.it/area_giur/giurispr/11.htm

Una delle cose che risalta nel caso arkeon, è l’assoluta mancanza di un qualche protocollo, inteso a definire le procedure per intervenire in questi casi delicati e controversi.
Chiunque, privato cittadino o gruppo organizzato può, per il momento, alzarsi un bel mattino e dare dell’ADEPTO o della SETTA a chiunque altro.
Insomma chiunque, indipendentemente dal motivo che lo muove, può cercare di rovinare la vita a tante persone e famiglie, senza che vi sia una procedura a tutela di quella che può rivelarsi una vera e propria persecuzione.

Molto banalmente, se una persona da’ del “pazzo” a qualcun altro pubblicamente, può rischiare una denuncia per diffamazione.
Al contrario se qualcuno da’ della “setta” o “dell’adepto” a qualcuno, anche se l’accusa risulta essere infondata, può farlo liberamente.

Un altro aspetto ancora più inquietante e drammatico è il ruolo dei consulenti.

Tutti sanno che la vicenda arkeon ruota intorno allo “studio” compiuto sul gruppo dalla Dott.ssa Tinelli del CeSAP.
http://www.asaap.org/documenti/cesap.pdf
http://pietrobono.blogspot.com/2009/06/arkeon-facciamo-il-punto-1-8-6-2009.html

- Pare di capire, ad esempio, che in tale studio non sia stato esplicitato il modello teorico utilizzato, così da permettere la valutazione critica dei risultati.
L’unico modello che traspare, è quello autoreferenziale. Dove chi prova a portare una qualunque critica è, per forza di cose nella migliore delle ipotesi un “plagiato”. E’ il modello che altrove appellavo “ILLUMINATODADIO” (credo sia interessante notare che è il modello, che non prevede contraddittorio, preferito dalle “sette”, quelle vere).
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/articoli-sulla-vicenda-arkeon-16-3-2009.html

- Ne, a quanto sembra, pare siano state utilizzate metodologie e criteri riconosciuti affidabili dalla comunità scientifico di riferimento.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-il-concetto-di-lavaggio-dl.html

Proprio questi ultimi due punti sono i pilastri, non a caso, della CARTA DI NOTO.

Insomma ci si è dati, per dirla in parole povere, ad una banale e cruenta diffamazione prima e persecuzione poi, dove, a distanza di secoli, sembrano rispuntati le modalità e i metodi da vera Inquisizione.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/06/arkeon-il-procedimento-civile-per.html

In uno stato di diritto ci si aspetterebbe ben altro.

Per questo motivo ritengo improrogabile la stesura di un documento che ponga un argine a questa follia che ha stravolto la vita a centinaia di famiglie.
Dove il pregiudizio e l’ignoranza infestano le coscienze.
Dove la prepotenza e non il diritto, la fanno da padrone.

Quanto tempo dovremo ancora attendere per vedere un barlume di buon senso e di civiltà in questa vicenda?

Pietro Bono

venerdì 5 giugno 2009

Arkeon e il prezzo della verità 6-6-2009

Tortura delle parti offese”.

Quando ho sentito per la prima volta questo concetto, al Convegno “Abusi, falsi abusi e scienze forensi”, mi è venuta la pelle d’oca.

http://www.falsiabusi.it/archivio/eventi/pfafflin.htm

Il caso dei fratellini di Basiglio è emblematico: un ragazzino di 13 anni accusato di abusare della sorellina più piccola e strappato alla famiglia, senza alcun preavviso, il giorno del suo compleanno. Persone dei servizi sociali, che tempo dopo lo accompagnano sotto casa sua, e dall’auto gli indicano la finestra illuminata, e gli promettono che, se lui conferma le accuse, potrà tornare finalmente a casa dai suoi genitori.

http://www.tempi.it/interni/004493-una-guantanamo-bambini

http://www.tempi.it/004492-un-odissea-ancora-aperta

http://www.tempi.it/interni/001261-unordinaria-follia

http://www.tempi.it/interni/001039-la-legge-del-pi-isterico

http://www.tempi.it/interni/00966-una-pura-spaventosa-formalit

http://www.tempi.it/interni/002071-accuse-da-favola

Questo è solo un piccolo esempio di cosa significhi “tortura delle parti offese” in questi contesti.

E per queste torture, e per la “follia” e l’esaltazione che circonda questi casi, decine e decine di persone sono morte in questi anni. Di crepacuore, ma anche suicide per l’infamia di un marchio ricevuto ingiustamente.

Insieme alla bellezza indiscutibile della vita, si mescolano anche zone di orrore. Così come del resto avviene forse anche all’interno di ogni animo umano, nell’eterna lotta tra il bene e il male, tra unione e separazione.

Nessun settore viene forse risparmiato, nemmeno quelli il cui mandato appare particolarmente importante e rappresentativo.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2022070/2

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/02/20/savino-troppe-connivenze-bisogna-subito-fare-pulizia.html

http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_19/imarisio_genova_8e710f84-1464-11de-9dd5-00144f02aabc.shtml

http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_22/rizzo_0bd8b934-16bf-11de-a7e8-00144f486ba6.shtml

“Le cavallette”, come altrove le ho chiamate, sanno come cibarsi di queste e di altre contraddizioni.

http://www.centrostudi-ancoragenitori.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=790

http://www.claudio-rise.it/ilpadre/il_padre.htm

Ciò che cerco di dire, anche se mi imbarazza perché mi pare che nessuno abbia il coraggio di farlo con chiarezza, è una verità scomoda.

Negli ultimi 10-15 anni, nelle tematiche relative ai falsi abusi su minori, ha dovuto scorrere tanto sangue innocente, e tanti bambini sono stati “torturati”, convinti da “esperti” incompetenti di aver subito abusi, e coinvolti in folli circhi mediatici e insensati processi. Solo il coraggio dei genitori e degli insegnanti che sono riusciti a sopravvivere a tali ingiustizie, grazie alla passione di esperti prudenti e misurati, ha portato a sedimentare una esperienza che si sta sempre più consolidando. Esperienza che si rivela di vitale importanza per tutti coloro che sono coinvolti immotivatamente e ingiustamente in vicende analoghe.

Non ho motivo di credere che avverrà diversamente per il caso di arkeon e per gli altri casi di false identificazioni di “sette”.

Prima che venga consolidata una esperienza che possa tutelare chi viene accusato ingiustamente e a sproposito di appartenere a una “setta”, passerà del tempo. E molti dovranno patire ingiustamente.

Il mio non è certo un augurio, è semplicemente un’osservazione oggettiva, che trova riscontro in tanti episodi.

http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-la-verita-16-5-2009.html

Ad aggravare questo è a mio avviso una mentalità “malata”. Direi meglio, “perversa”.

Il CeSAP, come anche i suoi corrispondenti e corrispettivi nel campo delle tematiche relative ai minori, alla resa dei fatti, non mi pare che mirino in realtà a una composizione famigliare, ma personalmente mi pare che in sostanza spingano spesso verso una spaccatura del concetto e della realtà di ciò che è famiglia.

Qualche esempio ho già cercato di farlo, ma certo ci sarebbe ben altro da dire.

http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-i-cervelli-lavati-19-3-2009.html

In comune questi due movimenti, gli anti-sette e talune associazioni, hanno dalla loro la capacità di influenzare l’immaginario e soprattutto, il pre-giudizio collettivo.

Parole come PEDOFILO, ADEPTO, SETTA non possono lasciare indifferenti nessuno.

E non credo sia un caso che, a quanto ho avuto modo di approfondire, nella quasi totalità dei casi poi rivelatisi dei “falsi abusi”, quelli che scientificamente si chiamano “falsi positivi”, il tentativo era spesso di dimostrare la presenza di “sette” più o meno sataniche che si sarebbero dedicate agli abusi sui bimbi.

http://www.falsiabusi.it/Modena/home_modena.htm

http://www.falsiabusi.it/brescia/home_bs.htm

http://www.falsiabusi.it/rignano/home_rf.htm

Le parole PEDOFILO, ADEPTO, SETTA, motivate o meno che siano, lasciano indistintamente una scia di sangue.

Questo, a mio modesto avviso, è il motivo per cui sono state usate anche contro arkeon.

E questo è, per quel che mi riguarda, il motivo della querela per diffamazione contro coloro che coscientemente e scientificamente hanno alimentato con scritti e con parole questa forma di delegittimazione e di “linciaggio”.

E che queste forme di “estremismo”, tendano in realtà al disgregamento della Famiglia e dei valori della intera Comunità sociale, generando sospetto e intolleranza, non sono solo io a dirlo.

http://www.tempi.it/esteri/002077-i-soliti-sospetti

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_03/trento_vietato_fotografare_figli_c15c1e88-612d-11dd-ab06-00144f02aabc.shtml

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_04/estate_divieti_d29533b4-6200-11dd-bd3f-00144f02aabc.shtml

Pietro Bono

lunedì 11 maggio 2009

Arkeon e il silenzio degli onesti. 11-5-09

"Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano”. Martin Luther King.

C’è un risvolto nella vicenda arkeon, che mi interessa particolarmente: il silenzio di chi ha conosciuto direttamente il percorso di arkeon e la sua pulizia.
La frase di Martin Luther King che ho riportato sopra, descrive in modo estremamente calzante il mio sentimento.

Ho provato, nel corso dei mesi, a darmi delle spiegazioni.
E’ vero, il logorio determinato da tanti passaggi, tanti aspetti, in questa vicenda ha fatto la sua parte.
Ma credo ci sia dell’altro. Credo esista un senso recondito, e per certi aspetti, comune che ha generato forse questa “distanza”.
Certo il modo in cui è stato trattato il tema in televisione e sugli altri media, a partire dal Gennaio 2006 con Costanzo, poi “Mi manda rai 3” ancora nel 2006; per arrivare alla trasmissione “Terra” nell’Ottobre 2007, è stato talmente superficiale e fuorviante che immagino abbia generato uno stato di avvilimento per molte famiglie, così come è stato anche per me.
http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/articoli-sulla-vicenda-arkeon-16-3-2009.html
http://pietrobono.blogspot.com/2009/03/arkeon-e-i-cervelli-lavati-19-3-2009.html

Anche il metodo utilizzato sul forum del CeSAP, di gettare cioè discredito, ridicolizzare e anche insultare apertamente coloro che avessero “osato” scrivere testimonianze non contrarie al lavoro di arkeon, ha certo fatto la sua parte.
Poi c’è stato l’intervento in forze della Digos durante l’incontro aperto di Roma da me organizzato insieme ad altri, per rendere possibile uno studio della vicenda da parte della studiosa Raffaella Di Marzio.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=148
Ma credo che l’elemento che più ha segnato le persone che avevano conosciuto arkeon, sia stato l’oscuramento del sito di Raffaella Di Marzio e il suo essere inserita tra gli avvisati di Garanzia.
(In data 24-2-2011 il G.I.P. Dott. Marco Guida di Bari, su richiesta dello stesso P.M proponente Dott. Francesco Bretone, archivia il procedimento PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO).
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2011/03/la-festa-per-qualcuno-e-finita.html

Questo passaggio e il contesto in cui è avvenuto, perlomeno per me, che ho sempre avuto fiducia e stima nelle Istituzioni, ha segnato una ferita profonda. E sono certo che sia stato il sentimento di molti.
Le centinaia di persone che avevano scritto con fiducia alla Dott.ssa Di Marzio per offrire la loro testimonianza, sono come scivolate in un silenzio ovattato.
E io credo di comprendere i sentimenti di costoro.

Solo uno sparuto gruppo eterogeneo di persone, non si è lasciato scoraggiare e intimidire. E li ringrazio di cuore.

Ho cercato, in questi ultimi mesi di alzare un po’ lo sguardo oltre la vicenda di arkeon.
Ciò che ho visto, non è stato affatto rassicurante.
A partire dal sito “Falsi Abusi”, ho cercato di documentarmi sia attraverso l‘interessante materiale riportato, sia attraverso i vari siti indicati.
http://www.falsiabusi.it/

Leggendo di questo e di altri argomenti attinenti, sempre mi rimbombava nella mente una parola: abuso, abuso, abuso…
Finché un giorno ho provato a mettere insieme i pezzi attraverso una banale domanda che mi sono posto: come si sente un bambino quando si rende conto di essere abusato?
E lì ho forse cominciato a comprendere.

Per come la vedo io, che non ho titoli, la definizione di abuso riguarda “la distorsione della verità”.
Ti spaccio una cosa per un’altra, una falsità per una verità. E faccio questo per mio interesse personale, utilizzando uno spazio di autorità su di te.
Spesso l’abuso, specie su minori, ha connotati sessuali.
In molti altri casi, viene consumato senza componenti di tipo sessuale.
Perché forse, e questa è una ipotesi determinante, in molti casi l’obiettivo dell’abuso non è la componente “sessuale”, ma il desiderio, il bisogno di rivendicare una qualche “autorità” sull’altro.
Quindi la finalità non è forse tanto “l’appagamento sessuale”, quanto piuttosto “il potere”, ottenuto spesso con il generare una sottomissione, un asservimento.

E’ evidente che, in questo ambito, ogni generalizzazione lascia il tempo che trova.
Ritengo però che farsi delle domande magari originali, sia più utile che darsi risposte scontate.

Rispetto all’abuso poi è risaputo che una consistente percentuale di “abusatori”, abbia ricevuto nell’infanzia a sua volta degli abusi.
Forse non è molto diverso dal meccanismo del “nonnismo” che un tempo vigeva nella cosiddetta “naja”.

Personalmente ho ben poca fiducia che la verità completa sulla vicenda arkeon possa venire a galla.
Troppi sono gli interessi e le coperture in gioco. Specie quelle istituzionali, l’ultima delle quali ho cercato di descrivere proprio l’altro giorno.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/05/arkeon-e-i-nuovi-bravi-questo-studio.html

Tornando però alla mia domanda iniziale, su come si senta un bambino che si accorge di essere abusato, credo di poter affermare che si senta proprio come un adulto che si accorga di essere abusato con l’appoggio di una istituzione: cioè impotente.
Un grande senso di rabbia per l’ingiustizia subita, una grande delusione e risentimento nei confronti di chi ritiene avrebbe dovuto in qualche modo proteggerlo (per il bambino, i genitori), una perdita di fiducia nel sentimento della comunità sociale e delle sue regole.

Questo, secondo me, è quello che è accaduto anche alle famiglie di arkeon.

Come ho detto, non ho più fiducia nella Giustizia.
Quando ho letto in una relazione della Digos di Bari che, il fatto di essersi costituiti come Associazione presso un notaio, era da considerarsi prova, per gli insegnanti di arkeon, della loro intenzione di delinquere, allora proprio, me lo si lasci dire, mi sono caduti del tutto i coglioni.
Queste sono le mani in cui sono finite le famiglie di arkeon.

Non ho più fiducia nella Giustizia, però ho fiducia in me, nelle persone oneste “di buona volontà” , che non sono poche, e soprattutto in Dio.
E la lezione più grande che ho imparato da questa vicenda, è che ciascuno può fare, se lo ritiene, la sua parte.
E ancor più che questo può rivelarsi forse, come viene chiamato in altri contesti ,“l’atto mancato” cioè la risposta che non avevo potuto dare, in precedenza nella mia vita, di fronte all’ingiustizia.

Per questo motivo desidero creare un’associazione contro questo genere di abusi, e per questo motivo desidero scrivere un libro che possa testimoniare questo abuso che stiamo subendo.
Perché TUTTO CIO’ NON E’ GIUSTO e non deve accadere anche ad altri innocenti.
Cosa è la vita senza una speranza di Giustizia?

Pietro Bono


"Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti. La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano”. Martin Luther King.

sabato 21 marzo 2009

GRAZIE A VOI 21-3-2009

Sto riflettendo su due progetti.
Il primo è scrivere, con il contributo di chi si renderà disponibile, un libro-memoriale per raccogliere le testimonianze di questi ultimi anni, delle famiglie di arkeon.
Il secondo è quello di aprire uno spazio di accoglienza sia per persone e famiglie coinvolte in gruppi o culti a carattere coercitivo, sia per gruppi o culti demonizzati.
Di questi due progetti intendo scrivere presto.

Prima però ho una cosa da fare.
Voglio ringraziare due persone speciali.
La prima, anonima, si chiama “Amanda”.
La seconda, ho imparato a conoscerla in quest’ultimo anno, si chiama Raffaella Di Marzio.

Nell’Ottobre 2007 , a pochi giorni dagli avvisi di garanzia a persone di arkeon, il dibattito in rete su questo tema si fece vivace. Già da oltre 18 mesi sul forum del CeSAP era stato aperto il discorso su arkeon. Purtroppo però in quel luogo era impossibile dialogare senza essere riempiti di insulti o pesanti allusioni. Sul forum dell’ADUC, sembrò aprirsi uno spiraglio di confronto. Magari acceso, però possibile.
In quei giorni trovai questo post:
http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=155444&L1=2800

da: Amanda
data: 18 Ottobre 2007
Vorrei rispondere e spiegare alcune cose, spero bene.E normale attendersi che un ente dedito ad un lavoro delicato come quello del CESAP abbia un consiglio di controllo con personalita del tutto indipendenti ed autorevoli nel diritto o nella scienza. E naturale pensare che un lavoro di controllo tanto delicato non possa essere svolto a livello di consiglio da semplici volontari e che questi non possano avere interessi familiari e professionali in comune tra loro (3 su 4!), soprattutto con chi dirige l'attivita operativa. E normale nelle aziende, a maggior ragione in un ente di questo tipo.
Non trovo poi piu il blog che ho citato e me ne scuso, ma neppure smentite o trasparenti spiegazioni dei metodi di azione, diciamo cosi, pre ed extra-giudiziali dell'ente CESAP. E un peccato che nessuno finora abbia voluto spiegare.Anche un contributo di critica interessante (psicologa di stato, etc) è sparito. Segnalo anche le preghiere dei neocatecumeni di non essere accomunati a coloro che adorano il maligno (e si sono macchiati di crimini orrendi), un'esigenza ovvia per cristiani, e trovo sconcertante la risposta dell'ente CESAP a questo proposito.
In molti paesi in questi anni accanto alla continua attenzione ai gruppi definiti sette, visti pero nel quadro del diritto umano all'associazione e alla libera scelta (che credo sia anche la posizione del Ministero degli Interni ,,,), si e sviluppata molta attenzione anche ai cosidetti "witch hunters" (cacciatori di streghe). Questo forse perche dal MedioEvo abbiamo imparato a temere molto piu gli inquisitori, con i loro roghi facili (come quello politico di Giovanna Arco) che le streghe.
Pochi forse qui sanno che le teorie tanto riportate dal CESAP di Margaret Singer sono state respinte dalla grande maggioranza degli esperti e psicologi americani come non vere, anche a livello ufficiale. Essi hanno anche trovato che i "fuoriusciti" dai gruppi che si impegnavano in gruppi "antisette" presentavano spesso sintomi patologici, al contrario di chi non lo faceva o che restava nei gruppi. Di conseguenza, le corti federali hanno rigettato del tutto le teorie del Dr. Singer che ha anzi dovuto ufficialmente ritrattare le sue posizioni. Non voglio discutere qui la bonta delle teorie di Margaret Singer, ma solo mostrare che esse non sono per nulla un sicuro riferimento - anzi una posizione isolata.
Alcuni enti contro le sette non aiutano i "fuoriusciti" a superare dispiaceri o traumi ma continuano a mantenere in loro un odio inesauribile, invece di renderli critici, liberi e capaci di fare i conti con una scelta sbagliata, insistendo invece nel farli sentire vittime meritevoli e bisognevoli di un risarcimento non economico ma di punizione. Si osserva a volte che l'attaccamento al capo di questi gruppi antisette e ancora piu patologico che quello al capo del gruppo da cui sono usciti. Quanto osservo su questo sito e su quello del CESAP e molto preoccupante in qeusto senso.
Normalmente la denuncia di crimini e un fatto individuale, gestito non da gruppi di cittadini. Persino gli utili telefoni per denunciare crimini contro i bambini non organizzano poi azioni extra-giudiziare ma affidano alla polizia la fase post-denuncia. Non accade questo con il CESAP.Alcun gruppi antisette infatti ritengono che il mondo non comprenda la gravita di quanto accade. Non gli basta la condanna di un individuo che ha commesso reati, ma vogliono la distruzione di tutti quanti li hanno feriti o delusi, o di chi non gli da ragione - anche quando questo non riguarda il diritto penale o civile.
Essi quindi organizzano campagne di stampa, molto efficaci dove il giornalismo e poco attento, e poi vere e proprie campagne di persecuzione verso coloro che essi hanno imparato ad odiare (e il loro odio e continuamente rinfocolato da chi gestisce le loro apparizione televesive, i loro interventi). Quanti difendono il gruppo sono chiamati "plagiati" e la loro testimonianza viene del tutto screditata.Preoccupa vedere come un certo Paolo nel forum del CESAP e stato subito minacciato di prigione, arresti, quasi che appartenere al gruppo oggi oggetto degli attacchi sia un reato di per se. L'obiettivo e creare un clima di terrore.
ANche se un gruppo e antipatico, o forse dice cose sbagliate, esso ha il diritto di riunirsi e di vivere liberamente. Spesso finisce il polverone con un assoluzione generale, non e successo nulla, o forse si scopre solo che non c era altro che qualche persona cattiva, tanta presunzione e un cattivo sistema di controlli. Ma il risultato e un grave danno per decine, centinaia di persone innocenti e piu soldi e fama per un ente "antisette".
Ho forse capito che si discute di qualche "fuoriuscito" che ha poi finanziato la campagna del CESAP contro ARKEON. Molto spesso chi non riesce a raggiugnere posti di rilievo dentro il gruppo o viene espulso o frustrato, usa poi tutte le sue risorse per distruggere i precedenti compagni. E uno squallido ma comune spettacolo. Ma anche qui manca la trasparenza del CESAP (quanti soldi? con che vincoli? chi controlla?).
La magistratura e anche la polizia non sono preparati a questo gioco e, come ha messo in luce qui qualcuno, non si preoccupa di infiltrare e forse di indagare a fondo: risulta effettivmaente che i seminari di ARKEON erano del tutto aperti.
Non credo che nessuno, CESAP compreso, sia troppo in alto per non essere discusso.


Questo post di “Amanda” ritengo fosse in risposta ad alcune “provocazioni” giunte da simpatizzanti del CeSAP per ciò che “Amanda” aveva scritto il giorno precedente:
http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=155444&L1=2900

da: Amanda
data: 17 Ottobre 2007
Seguo con interesse questo dibattito. Mi interessa molto il lavoro del Cesap anche perche vedo la gratitudine verso Lorita Tinelli.Mi ha stupito pero che il consiglio del Cesap sia costituito da quattro persone, di cui, oltra la dottoressa, uno sembra essere il marito e l'altro suo fratello, entrambi dediti a tutt'altre attività (mi pare rilievi elettromagnetici). L'altro è uno sconosciuto. Perche non vi sono personalita di spicco? Viene lasciato isolato questo ente?Interessante l'insistenza sul plagio, anche per le implicazioni. Che tecniche usa la dottoressa Tinelli per combattere le sette che ha identificato? Ho letto su un blog che inizia a bloccare tutte le attivita manda fax con minacce ai luoghi dove si riuniscono, alberghi, ecc colpisce aziende che ritene collegate ecc. Agisce anche sui luoghi di lavoro? E vero? Ma in Italia questo e legale? Qui mi sembra di no. Grazie a tutti



Ciascuno può condivere o meno le opinioni di “Amanda”.
Intanto non credo sia casuale però che il CeSAP, in fretta e furia, rinnovò il Consiglio:
http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=155444&L1=2700

da: Rinnovato il consiglio del CESAP
data: 24 Ottobre 2007
Qualcuno ha notato che dopo l'appunto di Amanda sul fatto che erano solo in quattro di cui due parenti e nessun competente in materia il consiglio del CESAP è cambiato? Tra l'altro datando il giorno prima del post. E accusavano Arkeon di cambiare il sito!Ma questa ha delle responsabilità sociali?


D'altronde nel CeSAP queste “modalità” erano ben presenti da tempo, come ci ha dettagliatamente descritto la Sig.ra Radoani, che del Consiglio Direttivo del CeSAP, aveva fatto parte.
http://www.asaap.org/documenti/cesap.pdf

Dettagli a parte, ciò che mi interessa quì dire, dal profondo del cuore, è grazie “Amanda”.
Non so se avrai modo di leggere queste righe.
Indipendentemente da ciò, “Amanda” che lo sappia o no, hai “salvato” tante famiglie e certo anche delle vite umane.
Quando infatti intervenne, nessuno di noi, credo, era consapevole in che calderone arkeon e le famiglie erano state gettate. Nessuno di noi conosceva né il contesto, né i riferimenti di questo strano mondo fatto di “sette” ed “anti-sette”.
In seguito alla sollecitazione di “Amanda” cominciai ad approfondire, finchè decisi di chiedere aiuto a qualcuno. Così scrissi a Raffaella Di Marzio.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?item_id=148

Raffaella ha pagato, come credo sempre abbia fatto, e continua a pagare in prima persona, per il coraggio di non entrare nel coro. E di farsi, di volta in volta, una sua personale opinione e una sua personale ricerca sul campo.
Per non aver voluto anche lei mangiare la “zuppa” precotta della Dott.ssa Tinelli, dispensata a piene mani alla Digos ed alla Procura di Bari, alla SAS, al GRIS, all’Ordine Psicologi Puglia, ai Codacons Puglia, ai media, a tutte le associazioni anti-cult italiane ed europee e Dio solo sa’ a chi altri.
In fondo, entrare in quella squadra, poteva dare anche a lei dei risultati, come del resto è stato intanto per taluni.
http://www.altrapsicologia.it/elezioni-enpap/cig-sud-lorita-tinelli.asp
http://www.osservatoriopsicologia.it/chi_siamo/


Raffaella no, non ha chinato il capo. E prontamente è stata punita, con i sistemi che ben abbiamo imparato a conoscere.

Raffaella, prima di essere brutalmente censurata, con l’oscuramento del suo sito http://www.dimarzio.it/srs/ , e con un Avviso di Garanzia - il cui testo stranamente quasi coincide con la lettera della Dott.ssa Tinelli https://groups.google.com/forum/#!msg/it.cultura.newage/o5pIJPpzxyE/8Ms0T_XDHC4J - aveva raccolto molte testimonianze.
E certo Raffaella è anche al corrente delle tante soverchierie messe in atto contro le famiglie di arkeon.
E sono certo che, appena le sarà consentito dalla Procura di Bari, riprenderà la sua ricerca sul caso arkeon. Immagino con un occhio ancora più attento, se possibile.
(In data 24-2-2011 il G.I.P. Dott. Marco Guida di Bari, su richiesta dello stesso P.M proponente Dott. Francesco Bretone, archivia il procedimento PER INFONDATEZZA DELLA NOTIZIA DI REATO). 
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2011/03/la-festa-per-qualcuno-e-finita.html


Raffaella sa’ delle minacce, delle persecuzioni, delle distorsioni, delle prevaricazioni, anche delle vere e proprie induzioni a gesti estremi di autolesionismo.
E certo, a suo tempo saprà cosa fare, nell’ambito scientifico, di queste informazioni.

Così Raffaella desidero ringraziarti pubblicamente: Grazie di cuore.
Anche tu, e certo ne sei cosciente, hai salvato solo con la tua presenza silenziosa di questi mesi, tante famiglie dalla frantumazione.
Soprattutto hai accolto, finché ti è stato possibile, lo smarrimento e in qualche caso, il grido di dolore di tante famiglie, con estrema umanità e con estremo rispetto, così come immagino hai sempre accolto il grido di aiuto dei fuoriusciti dai culti e delle loro famiglie.
Grazie per averci trattati come “persone”, e non come “appestati”.

Pietro Bono