Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio
"Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti"
12° Congresso Internazione promosso dalla Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR):
"L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" Verona, 20 e 21 Novembre 2010.
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html
http://pietrobono.blogspot.com/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html

mercoledì 9 novembre 2011

Arkeon, l’ultima riunione raccontata dalla psicologa - da Gazzetta del Mezzogiorno 9-11-2011




DA “Gazzetta del Mezzogiorno” – ed. Bari
9 novembre 2011 – pag. 3


IL PROCESSO E MOCCIA APRE UN SITO PER SPIEGARE LA SUA VERITA’

- Arkeon, l’ultima riunione raccontata dalla psicologa -

Ha parlato dell’ultima riunione di arkeon avvenuta a Roma nel 2008. Quando, però, le sono state rivolte domande di carattere più generale sulle religioni, sulle sette, sulle anti-sette, quelle per cui era stata chiamata a rispondere dai difensori degli imputati in quanto “esperta”, il Tribunale di Bari non ha ritenuto di ammettere le domande.
Raffaella Di Marzio, psicologa, è molto nota nel mondo delle sette, delle religioni, della spiritualità di cui si occupa anche su un proprio sito internet. http://www.dimarzio.it/srs/
La donna è uno dei cinque testi citati ieri nell’ambito del processo denominato Arkeon. Al centro della vicenda l’esistenza di una presunta “psico-setta” che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del “Reiki”, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere 10mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da malattie, infertilità, problemi spirituali. A rappresentare l’accusa il pm Francesco Bretone.  I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008.  Principale imputato Vito Carlo Moccia, fondatore di Arkeon che ha aperto il sito http://www.veritasuarkeon.org/ .  Attraverso pareri e testimonianze si propone come strumento di informazione da cui si evincerebbe una realtà diversa rispetto alle accuse.  (g. l.)

martedì 18 ottobre 2011

Una coraggiosa testimonianza di Cristina Caparesi


8 marzo 2011 : Raffaella Di Marzio riceve l'avviso di archiviazione, per infondatezza delle notizie di reato, del procedimento che pendeva su di lei da tre anni. 
Sul suo blog, la Di Marzio condivide la sua gioia per questo fatto, dopo tre anni di persecuzione subita. Soprattutto a causa di affiliati ad un centro anti-sette estremista.
Tra i commenti portati, in quella occasione, da alcuni lettori, risalta la coraggiosa testimonianza della Dott.ssa Cristina Caparesi, corrispondente, insieme a Raffaella Di Marzio, per l'ICSA (International Cultic Studies Association) in Italia e responsabile di SOS Abusi Psicologici.


"Cara Raf, mi unisco al coro dei "finalmente" che già da più parti ti hanno inviato. Se ricorderai ti telefonai lo stesso giorno in cui ti arrivò il fatidico avviso. Erano passati diversi anni dal nostro ultimo colloquio ma quando mi accorsi di certi “movimenti strani” da parte di una nota persona dell’ambiente “antisette” capii che qualcosa di grave era già successo e decisi di avvertirti. Fu così che appresi in diretta della chiusura del tuo sito, appena avvenuta, mentre smarrita non riuscivi a capire cosa stesse succedendo. Ricordi? Io purtroppo lo avevo capito.
Negli anni precedenti ai tristi fatti che ti hanno visto protagonista (anni nei quali di Arkeon neanche si parlava pubblicamente e le indagini su di loro non erano iniziate) ero già stata testimone di una certa prassi della solita nota esperta per la quale la soluzione conflittuale (e possibilmente giudiziaria) doveva rappresentare la normale conclusione di rapporti di collaborazione con persone ed associazioni con interessi simili al suo. Non saprei se perché non sia in grado di rapportarsi con chi decida di interrompere una collaborazione con lei o perché voglia eliminare la concorrenza o per chissà quale altro motivo. Posso ben comprendere perché questo tipo di persone abbia la rara capacità di peggiorare i rapporti ed accendere gli animi, cosa della quale proprio non ci sarebbe bisogno nell’aiuto alle famiglie colpite dal fenomeno settario.
Particolarmente gravi furono le denunce verso Silvana R. che le costarono anni di procedimenti giudiziari i quali, pur chiudendosi con l’infondatezza della notizia di reato come per te, non le evitarono sofferenze, fastidi e spreco di risorse. Il tuo caso fu la ciliegina sulla torta e credo anche il più eclatante però solo uno degli ultimi in ordine cronologico. Permettimi anche di ricordare ancora l’assordante silenzio di altre associazioni di aiuto contro le sette che mai si sono dissociate da certi comportamenti anche dopo che alcuni di noi avevano cercato di informarli: associazioni pronte a fare una gran cagnara mediatica nel parlare della manipolazione mentale delle sette ma lacunose sui discutibili comportamenti di una sua parte.
Direi che questa nuova archiviazione chiuda il cerchio. Finalmente!
Mi chiedo quante volte ancora bisognerà disturbare la magistratura con notizie di reato infondate prima che sia palese a TUTTI della malafede esistente in certi ambienti antisette che con le loro azioni o con il loro silenzio hanno contribuito a destabilizzare ed ulteriormente estremizzare un campo di per sé estremista e dualistico quale quello del mondo settario. Certo non a favore delle vittime di sette o dei loro famigliari!
In attesa perciò che il mondo antisette italiano manifesti pubblicamente solidarietà a te e Silvana, brindo a questa tua vittoria. Presto potremmo scrivere un bell’articolo a più mani aggiungendo un nuovo capitolo sul fenomeno settario in Italia che potrà andare ad arricchire anche la letteratura straniera sull’argomento.
Con affetto
Cristina Caparesi
10 marzo 2011 11:30

sabato 1 ottobre 2011

Processo arkeon, gonfiate le deposizioni contro Moccia 1-10-2011


PROCESSO ARKEON, GONFIATE LE DEPOSIZIONI CONTRO MOCCIA
Continua la sfilata dei testimoni, ora anche a favore del maggiore imputato -
Quotidiano di Bari 1-10-2011
http://www.quotidianodibari.it/

... Nel corso dell'udienza svoltasi la settimana scorsa la deposizione di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, Carla C. e Massimo B., ha fatto registrare un inatteso colpo di scena. Secondo quanto è emerso dalle dichiarazioni dei testimoni infatti, i due avrebbero subito "pressioni" dirette da parte di altri testi principali del processo affichè scrivessero relazioni negative in merito alla loro esperienza in Arkeon, per un generico "studio sul metodo" condotto dal CeSAP, il centro studi barese da tempo dichiaratamente ostile a Moccia, relazioni poi utilizzate per attaccare il gruppo Arkeon. 
Entrambi i testi hanno anche affermato di aver "notevolmente gonfiato" il contenuto di tali dichiarazioni poichè così era stato chiesto loro, con particolare riguardo ai soldi spesi per la partecipazione ai seminari di Arkeon.  Nella ricostruzione della sua esperienza in Arkeon, Massimo B. ha inoltre dichiarato davanti ai Giudici della Seconda Sezione Penale di essersi lamentato in merito al comportamento di alcuni maestri direttamente con Moccia, il quale gli rispose che era libero di lasciare il gruppo e di comportarsi come meglio credeva: la testimonianza ha quindi evidenziato che non erano presenti forme di coercizione relative alla frequentazione dei gruppi da parte di Moccia.
Entrambi i testimoni, sempre nel corso dell'udienza del 20 settembre scorso, infine hanno riferito in merito all'  "esercizio dell'elemosina", confermando che veniva fatto durante i gruppi, ma aggiungendo che chiunque era libero di non prendervi parte senza subire alcuna pressione in merito.
Un'altra accusa mossa a Moccia era la sua presunta corresponsabilità nell'istigare i membri di Arkeon a non seguire cure appropriate in caso di malattia, affidandosi solo ai consigli dello stesso Moccia per la guarigione.
E' stato nuovamente un testimone dell'accusa, paradossalmente, a indicare ai componenti del collegio giudicante barese una verità diversa: il teste G. ha affermato che nessuno del gruppo Arkeon l'ha mai indotta a sostituire la terapia farmacologica e psicologica che aveva in corso, con procedure del metodo Arkeon.
Si torna in aula la prossima settimana, martedì 4 Ottobre.

(fdm)

da  Quotidiano di Bari  1-10-2011

venerdì 23 settembre 2011

COLPO DI SCENA NELL’AMBITO DEL PROCESSO ARKEON 23-9-11

COLPO DI SCENA NELL’AMBITO DEL PROCESSO ARKEON 23-9-11

Le deposizione di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, nell'udienza del 20/9 ha fatto registrare un inatteso colpo di scena nell'ambito del processo Arkeon



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Torino, 23/09/2011 (informazione.it - comunicati stampa) Bari, 21 settembre 2011  -  Nel corso dell’udienza svoltasi ieri presso il Tribunale di Bari relativa al “processo Arkeon”, le deposizioni di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, Carla C. e Massimo B., ha fatto registrare un inatteso colpo di scena.

Secondo quanto è emerso dalle dichiarazioni dei testimoni infatti, i due avrebbero subito “pressioni” dirette da parte di altri testi principali del processo affinché scrivessero relazioni negative in merito alla loro esperienza in Arkeon, per un generico “studio sul metodo” condotto dal CESAP, il centro studi barese da tempo dichiaratamente ostile a Moccia, relazioni poi utilizzate per attaccare il gruppo Arkeon.  Entrambi i testi hanno anche affermato di aver “notevolmente gonfiato” il contenuto di tali dichiarazioni poiché così era stato chiesto loro, con particolare riguardo ai soldi spesi per la partecipazione ai seminari di Arkeon.

Nella ricostruzione della sua esperienza in Arkeon, Massimo B. ha inoltre dichiarato di essersi lamentato in merito al comportamento di alcuni maestri direttamente con Vito Carlo Moccia, il quale gli rispose che era libero di lasciare il gruppo e di comportarsi come meglio credeva: la testimonianza ha quindi evidenziato che non erano presenti forme di coercizione relative alla frequentazione dei gruppi da parte di Moccia.

Entrambi i testimoni infine hanno riferito in merito all’ “esercizio delle elemosina”, confermando che veniva fatto durante i gruppi, ma aggiungendo che chiunque era libero di non prendervi parte senza subire alcune pressione in merito.

Un’altra accusa mossa a Moccia era la sua presunta corresponsabilità nell'istigare i membri di Arkeon a non seguire cure appropriate in caso di malattia, affidandosi solo ai consigli di Moccia per la guarigione, E' stato nuovamente un testimone dell'accusa, paradossalmente, a indicare ai Giudici una verità diversa: Il teste Gambuto ha affermato che nessuno del gruppo Arkeon l’ha mai indotta a sostituire la terapia farmacologica e psicologica che aveva in corso con procedure del metodo Arkeon.

Tutto quanto riportato in questa nota risulta dai verbali relativi all’udienza del 20/09/2011 presso il Tribunale di Bari, e fa intravedere un'altra verità sul "affaire Arkeon" rispetto a quanto propagandato fino ad oggi.

Nel frattempo, oggi, l'esperta di Nuovi Movimenti Religiosi Prof. Raffaella Di Marzio è in audizione sul tema "sette" presso il Senato della Repubblica: "In Italia dobbiamo guardarci da chi grida 'allarme sette' senza un più che giustificato motivo - aveva dichiarato recentemente la Di Marzio a margine di un convegno a Roma - accusare qualunque gruppo di essere setta equivale a dire che niente è setta. E soprattutto bisognerebbe anche indagare sulla cosiddetta 'setta degli antisette': gente poco preparata che interviene a sproposito, disposti a qualunque cosa al solo scopo di ottenere spazio sui giornali, con metodi assolutamente identici a quelli delle sette che dicono di voler combattere". 
 
 
Ufficio Stampa

Glebb & Metzger
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giovedì 3 marzo 2011

Lettera al direttore sul Caso Arkeon - Ci scrive il difensore di Vito Carlo Moccia 2-3-11


Da “Quotidiano di Bari” 2-3-2011  http://www.quotidianodibari.it/

Lettera al direttore sul Caso Arkeon
Ci scrive il difensore di Vito Carlo Moccia

Dal difensore del sig. Vito Carlo Moccia, in riferimento ai ns. articoli comparsi nei giorni 20.02.2011 e 25.02.2011, rispettivamente intitolati "Arkeon: si suicida uno dei testi" e "Arkeon, processo rinviato ad aprile", entrambi a firma di Mirko Misceo. Riceviamo e pubblichiamo:



“Egregio Signor Direttore,

In merito agli articoli da voi pubblicati in data 20 febbraio2011 e del 25 febbraio 2011 rispettivamente dal titolo "Arkeon: si suicida uno dei testi"  e  "Arkeon, processo rinviato ad aprile"  ho rilevato una serie di inesattezze e di menzogne che per gravità sono seconde solo alla leggerezza e superficialità con le quali è stato trattato l'argomento, rafforzate dalla mancanza di fonti e da una narrazione più aneddotica che giornalistica. In primis, il fatto di cronaca al centro dell'articolo è completamente inesatto: si parla di un colpo di pistola del quale non si ha alcun riscontro nella realtà che anzi attribuisce le cause della morte ad altro mezzo.

Tralasciando questo dettaglio - che non credo sia tale per un articolo che vorrebbe essere di cronaca - l'identità del suicida ha lasciato credere al giornalista di essere autorizzato a manipolare a proprio piacimento importanti elementi relativi ad un processo in corso che vedevano il deceduto coinvolto in qualità di testimone dell'accusa. L'affermazione che il lavoro dei PM sia "sempre più arduo nel processo, contro la psicosetta"  è del tutto falsa poiché le dichiarazioni rese da Fornesi nel corso delle indagini, a seguito della sua morte, finiranno direttamente nel fascicolo del giudice e ciò senza alcuna possibilità da parte delle difese di contro-interrogare. Il legame tra l'episodio ed il processo in corso è, poi, decisamente pretestuoso e fazioso nei toni in cui viene spiegato: per collegare le due situazioni il giornalista arriva a distorcere la realtà, trasformando in pochi mesi i cinque anni trascorsi dalla ricezione dalla citazione con richiesta di danni.  Discorso simile può essere fatto per quanto riguarda il divorzio di Carlo Fornesi: difficile affermare che sia la principale causa del gesto, ma ancora più difficile affermare - come invece viene fatto - che esso sia recente, dal momento che invece la separazione dalla moglie è avvenuta quattro anni fa.  Altrettanto falso risulta essere, quanto riportato in merito al matrimonio, poiché non corrisponde al vero che questo sia avvenuto "durante una seduta di Arkeon": si è celebrato invece con rito cattolico presso una chiesa di Genova nel 2004.  Sarebbe inoltre interessante sapere come faccia l'autore dell'articolo ad essere a conoscenza di alcune confidenze fatte dalla moglie al dottor Fornesi, che come tali vengono riportate.  Così come misteriose risultano essere le minacce di morte che a detta dell'informatissimo giornalista centinaia di membri di Arkeon portano avanti: la completa mancanza di dettagli (inevitabile, dal momento che non vi è alcun riscontro fattuale) dimostra meglio di qualsiasi altra prova la completa falsità di quanto riportato.
La realtà dei fatti sembra suggerire che questa dichiarazione, come tutto l'articolo d'altronde, non si basi su dati concreti ma su voci e dicerie che non hanno riscontro con la realtà e che vengono qui riportate con il solo scopo di diffamare e di alterare un processo nei riguardi del quale la vostra testata si trasforma misteriosamente in organo di informazione a portavoce dell’accusa”.

Distinti saluti

Avv. Maria Chiara Zanconi

lunedì 28 febbraio 2011

La pedo-follia collettiva: il caso di Brescia



Questo articolo è molto importante per chi desidera comprendere anche quanto sta avvenendo nella vicenda arkeon.

La pedo-follia collettiva: il caso di Brescia

venerdì 11 febbraio 2011

Le "sette" e i loro "ex" - di Vittorio Messori

Alla vigilia del processo a Bari contro arkeon, desidero proporre alcune stimolanti considerazioni di Vittorio Messori.


Le "sette" e i loro "ex" 
 di Vittorio Messori
da "La Bussola Quotidiana"  11-2-2011

venerdì 4 febbraio 2011

"Arkeon, speriamo non si arrivi alla prescrizione..." 4-2-2011 da Quotidiano di Bari


"Arkeon, speriamo non si arrivi alla prescrizione..." 4-2-2011
Udienza fissata per il 24 febbraio. Saranno presentate le liste dei testimoni.


La psicloga: “Vivo con la paura di ritorsioni sulla mia famiglia”

Udienza fissata per il processo Arkeon, la setta i cui adepti sarebbero stati manipolati psicologicamente da fantomatici “maestri”, col fine di estorcere denaro e favori di ogni genere. Ma anche per il semplice piacere di sentirsi superiori: paragonati a Gesù, essere artefici del destino di centinaia di persone dalle menti fragili, manipolate come burattini.

Il capo dei burattinai, secondo le accuse – ed i molti filmati che gli stessi adepti di Arkeon hanno postato in rete – sarebbe Vito Carlo Moccia, il “capo-maestro”, colui che – secondo le dichiarazioni della psicologa Lorita Tinelli, parte civile nel processo nonchè ex consigliere nazionale del GRIS (Gruppo di ricerca socio religiosa, riconosciuto dalla CEI) e fondatrice del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) – era riuscito a controllare le menti dei suoi seguaci, a tal punto che questi veneravano persino la sua immagine. Un dio, quasi, o un messia: tanto che le sue foto venivano poste su degli altari religiosi accanto a delle raffigurazioni di Gesù, come a sottolineare la parità di valore tra le due figure. E dovevano essere in molti a credere che il Moccia fosse una specie di nuovo messia, tanto che persino un uomo di chiesa, il sacerdote paolino don Angelo De Simone, era diventato non solo adepto arkeon ma anche, per così dire, il sacerdote ufficiale della setta, celebrando matrimoni tra i “discepoli” anche quando questi erano già sposati. Ma non è tutto. Il sacerdote avrebbe, come documentano i filmati sulla setta mandati in onda dalla trtasmissione “Chi l’ha visto?”, avuto per anni rapporti sessuali con due suore. Don De Simone era di certo in conflitto con la propria coscienza, con il ruolo che rappresentava nella società e, di certo, con la propria fede.

Un conflitto che il Moccia aveva risolto attraverso il ‘metodo’ Arkeon: una serie di tattiche psicologiche mirate a “liberare” la coscienza di una persona in conflitto con se stessa, a riaffermare un ruolo sociale che il proprio essere metteva in conflitto con i dettami della società moderna. Così unn sacerdote, la cui coscienza soffriva di fronte alla consapevolezza di non riuscire ad arginare la propria sessualità, in totale conflitto con i dogmi della Chiesa, diventava un membto della comunità Arkeon: lì avrebbe potuto essere libero ed avrebbe venerato il suo liberatore, come sempre, il Moccia.

Come don De Simone, altri (si parla di centinaia di persone) sarebbero cadute nelle “trame” di questo gioco psicologico della cui straordinaria efficacia – come sembra anche lo stesso Moccia abbia affermato in un filmato mandato in onda dalle reti televisive – anche lo stesso creatore si sarebbe meravigliato .

Così accadeva che molti venivano convinti di essere stati vittime di abusi sessuali quando erano ancora bambini (abusi di fatto mai avvenuti) , o di essere eterosessuali quando invece erano omosessuali (alcuni sono stati convinti che la propria omosessualità derivasse da fantomatici abusi sessuali subìti nell’infanzia e sono stati convinti ad unirsi in matrimonio con persone del sesso opposto) o che tutti i problemi da loro incontrati nel corso della vita derivassero da qualche violenza subìta nell’infanzia che, per mezzo dei riti e delle pratiche della setta (il Metodo Arkeon), il Moccia si impegnava ad individuare e portare alla luce e, come è oggetto di indagine, ad utilizzare probabilmente per scopi illeciti. Si parla infatti di donazioni di denaro, anche consistenti, da parte dei seguaci della setta ai “maestri” ed allo stesso Moccia, nonchè di favori di vario genere e di presunte violenze sessuali.

Quest’ultima imputazione di reato , è al vaglio degli inquirenti del tribunale di Milano (il processo si svolge, in contemporanea, anche in altre città d’Italia, dove sorgevano altre sedi della setta). Ma queste ed altre circostanze saranno confermate o smentite durante il corso del processo, che, il 24 del mese corrente, porterà la formulazione della lista dei testimoni che saranno ascoltati, da entrambe accusa e difesa, in un intervallo di 15 giorni per udienza. Una delle prime testimoni ad essere sentite sarà la psicologa Lorita Tinelli, costituitasi parte civile nel processo.

“Sono oggetto di continue minacce, anche di morte, da parte di alcuni adepti della setta – ha dichiarato la fondatrice del Centro studi per gli Abusi Psicologici – voglio che sia fatta giustizia e che la macchina della giustizia del nostro Paese non sia così lenta come sembra invece essere”.

La lentezza delle procedure processuali, infatti, potrebbe portare alla prescrizione di alcuni reati imputati a Moccia.

“Continuo la mia lotta contro un gruppo di persone che agisce in modo mafioso – ha continuato la Tinelli – sotto continue minacce e denigrazioni, anche per mezzo di internet (sono molti i blog dei seguaci di Arkeon che gettano fango sulla psicologa nocese ndr), non esco più la sera, sono stata costretta a spostare la sede del mio studio in un luogo abitato e vivo ogni giorno con la paura di ritorsioni su di me e, soprattutto, sulla mia famiglia


Mirko Misceo

Il Quotidiano di Bari, 4 febbraio 2011


La replica di Pietro Bono a questo articolo:
Arkeon: chi è che sta' perdendo il controllo? 4-2-11
http://pietrobono.blogspot.com/2011/02/arkeon-chi-e-che-sta-perdendo-il.html

"Arkeon: comincia la sfilata dei testimoni" 3-2-2011 da Il Quotidiano di Bari


"Arkeon: comincia la sfilata dei testimoni"  3-2-2011

Torna in aula stamani per la terza volta di fronte al collegio
giudicante dopo i primi passaggi preliminari e la costituzione della
parti civili, il processo alla psicosetta ‘Arkeon’. Sul banco degli
imputati al piano terra di Via H. Nazariatantz una decina di persone
accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto circa tra anni
fa, a Bari, dopo le denunce di alcune persone truffate con un metodo
che ricopiava malamente alcune tecniche indiane.

Nell’ultima udienza dello scorso anno, dunque, celebrata dinnanzi ai
giudici della Seconda Sezione Penale (pres Forleo) dopo una lunga
camera di consiglio ammise le parti per il risarcimento dei danni
nella persona della dottoressa Lorita Tinelli come parte lesa (ma
anche come rappresentante del centro studi contro gli abusi
psicologici e l’ordine degli psicologi, mentre furono escluse
“Arcigay” e un’asscociazione di consumatori.

Successimamente l’avvocata difensore di Vito Carlo Moccia, principale
accusato per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio
abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e
violenza privata esessuale, prese la parola per precisare alcuni
aspetti procedurali, in particolare la genericità di alcuni capi di
imputazione, ma il collegio , dopo la replica del Pubblico Ministero
Francesco Bretone, preferì rinviare il processo per iniziare a
escutete i testumoni.

Ciò anche in considerazione del lungo elenco dei testi presentato
dalla difesa degli imputati allo scopo di accertare se le tecniche
usate dagli adepti del ‘metodo Arkeon’ fossero innocenti metodi di
meditazione e ricerca psicologica, oppure indirizzate a persone
fragili, pronte ad aggrapparti a qualsiasi speranza per stare meglio ,
in cambio di denaro: persone affette da tumori, Aids o anche coppie
sterili. L’introspezione della psicosetta barese, secondo
l’impostazione accusatoria, si traduceva in incontri e seminari
naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano
bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi a strani
atteggiamenti di libertà, fisica e verbale. La rete “Arkeon” copriva
tutto lo stivale, da Palermo a Roma, fino a Milano, dove è tutt’ora
in corso un altro dibattimento contro lo stesso metodo attuato da
Carlo Moccia. A Bari molti invece, secondo la ricotruzione del
sostituto Bretone avrebbero partecipato solo ad alcune lezioni, ma
altri sono arrivati a sborsare fino a 15mila euro, finendo
intrappolati in vere e proprie truffe. Ma per conoscere la verità
processuale su “Arkeon” non resta che attendere le testimonianze a
partie da questa mattina nell’Aula Collegiale della Seconda Sezione
Penale presso il Tribunale di Bari

Francesco De Martino

3 febbraio 2011

Il Quotidiano di Bari

mercoledì 2 febbraio 2011

I figli delle Sette - di Anais Ginori - La Repubblica 2-2-2011

INTERAMENTE TRATTO DA “DIRITTI GLOBALI”

http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/13-bambini-a-giovani/9679-i-figli-delle-sette.html

I figli delle sette
Fonte: ANAIS GINORI - la Repubblica  02 Febbraio 2011

Fanatismo e violenze. Sono migliaia i bambini che finiscono imprigionati in gruppi religiosi ai margini della legalità. Ma qualcuno si ribella
A Tivoli la prossima settimana prende il via il processo a Danilo Speranza, il guru a capo del gruppo "Re Maja" accusato di abusi L´età del primo contatto si abbassa sempre di più. "E in Italia non esiste una legge contro la manipolazione delle menti" Per impedire gli scambi con l´esterno, i bambini sono indottrinati con lezioni private E talvolta devono cambiare nome

«Devo modificare il tuo karma». Sul letto ondeggiava una nebbia prodotta dal fumo di candele e incensi. Il "Settimo Saggio" aveva convinto Lisa e Benedetta che con i rapporti sessuali precoci sarebbero state liberate dal "cattivo destino". «Mi toccava il seno, io rimanevo paralizzata non capendo cosa stava accadendo - ricorda Lisa che aveva 12 anni all´epoca dei fatti - . Mi diceva di stare tranquilla perché era il mio padrone e mi avrebbe fatto sentire meglio». Nella nebbia purificatrice si celava una minaccia, un molto presunto rito purificatorio inflitto a bambine appena sviluppate, cresciute tra violenze e minacce di "Zio Danilo". Erano cosa sua, del resto. Nate e cresciute nella comunità romana fondata negli anni Ottanta, schiave insieme alle madri diventate adepte del guru e delle sue profezie cosmiche. Il processo a Danilo Speranza, capo della setta "Re Maya", inizierà a Tivoli tra pochi giorni. Lisa e Benedetta hanno trovato la forza di ribellarsi, sono state accolte nel centro antiviolenza Solidea. Il santone è accusato di violenza sessuale con l´aggravante di aver compiuto gli abusi grazie a un´autorità paterna riconosciuta dentro alla "famiglia".

Non esistono statistiche attendibili sui bambini fantasma, vittime delle ossessioni e delle paure dei loro genitori. In Francia, dov´è stata istituita una missione ministeriale per combattere il fenomeno, ci sarebbero 60 mila minori coinvolti.

«Vittime dimenticate, ignorate, perfino negate» secondo l´Unadfi, Union nationale des associations de défense des familles et de l´individu victimes de sectes.

Telefono Azzurro ha segnalato alle autorità centinaia di casi. «Sono bambini che rimangono imprigionati e assoggettati al progetto dei genitori e a quello della setta - racconta il presidente Ernesto Caffo - incapaci di liberarsi e uscirne da soli». Figli di un Dio impostore. Come la scrittrice Amoreena Winkler, nata trentadue anni fa nella setta apocalittica chiamata proprio Bambini di Dio, operativa anche in Italia sotto l´altro nome, The Family. Il suo "papà", considerato tale perché guidava la setta, le ha fatto scoprire il sesso quando aveva quattro anni. «Sono nata in un mondo parallelo, dove la nostra realtà non doveva trapelare all´esterno» ricorda Winkler nel suo libro appena pubblicato.

Nell´ingranaggio. Se ci cadi dentro vieni proiettato in un microcosmo malato che finge di spacciare serenità. A rimanere impigliati non sono soltanto i creduloni o i soggetti deboli. Al numero verde anti-sette della comunità Papa Giovanni XXIII arrivano in maggioranza telefonate di professionisti, giovani laureati, soprattutto donne. Un milione di italiani partecipano a circa 600 associazioni. Alcune innocue, altre molto meno. «L´attenzione delle autorità è rivolta soprattutto agli adolescenti cooptati da gruppi satanici, protagonisti di casi di cronaca eclatanti» dice Caffo. «Purtroppo si parla poco dei bambini, anche molto piccoli, che finiscono in altre sette meno conosciute».

Il plagio dei minorenni è rapido ed efficace, come scrivere su un foglio bianco. Per prima cosa, vengono allontanati dai coetanei e parenti esterni al gruppo. «L´obiettivo è spezzare i legami famigliari biologici, perché sono quelli più profondi» racconta Maurizio Alessandrini del Favis, associazione di famigliari delle vittime. «Oggi la giusta definizione di setta - aggiunge - è quella di un gruppo che separa e taglia una persona dal suo nucleo famigliare e sociale. Da un punto di vista criminale è difficile da perseguire. Da noi non esiste una legge sulla manipolazione mentale come quella che esiste altrove in Europa».

Per impedire scambi con la "vita di fuori" i bimbi vengono indottrinati tramite lezioni private. Alcune sette impongono ai piccoli il cambiamento del nome, dello stato civile, l´inserimento in una nuova genealogia. Ci sono casi di genitori talmente irretiti che "regalano" i propri figli al guru di riferimento. Quelli che vengono concepiti all´interno delle sette spesso non esistono neppure per lo Stato, perché la nascita non viene dichiarata all´anagrafe.

«Il concetto di famiglia è completamente distorto. Il legame tra genitori e figli può essere rinnegato, come quello con i fratelli, dai quali possono essere separati anche fisicamente» racconta il presidente di Telefono Azzurro. «L´autorità genitoriale e l´educazione - precisa - vengono attribuite al leader della setta». Alcuni gruppi esortano alla procreazione per incrementare il numero di adepti. Altri non incoraggiano le nascite, altri ancora "selezionano" i membri della setta che devono procreare, indipendentemente dai vincoli coniugali, al fine di generare bambini "speciali". «Anche se considerati "l´avvenire" o "gli eletti" della setta, non vengono quasi mai protetti dagli abusi» conclude Caffo.

I bambini non scelgono. Il proselitismo tra i minorenni avviene quasi sempre attraverso i genitori. Negli ultimi anni, le scuole sono diventate un nuovo luogo di reclutamento privilegiato per le psico-sette. «Sono gruppi motivazionali che promettono ai più giovani di avere risultati sorprendenti nello studio, nello sport o con gli amici» spiega il presidente del Favis.

L´età del primo contatto si abbassa sempre di più. Il leader del "Metodo Arkeon" ha trovato adepti tenendo i suoi seminari negli istituti superiori. È sotto processo a Bari per maltrattamenti su minori, oltre che per associazione a delinquere e truffa. «I minori non si sono avvicinati spontaneamente ma sono stati introdotti dai loro genitori» racconta Lorita Tinelli del Cesap, tra i più attivi centri di assistenza psicologica e legale per le vittime di plagio. Negli incontri a pagamento di Arkeon, i bambini diventavano testimoni di confessioni su casi di pedofilia e altre perversioni sessuali. «Erano costretti a vivere momenti emotivamente molto forti, una forma di violenza psicologica» spiega Tinelli che ha seguito diversi casi di vittime minorenni. «I bambini che ho incontrato avevano un atteggiamento mite, poco litigioso, ma nel contempo poco affettuoso e privo di curiosità, di iniziativa e di spontaneità». Come il piccolo Sam, 9 anni, un´infanzia scandita dai riti e dalle preghiere dei genitori adepti. «Nei suoi disegni - ricorda la psicologa - c´era sempre una figura umana imprigionata tra cielo e terra». Molti bambini si salvano grazie a nonni o altri parenti che riescono ad allertare le autorità. «Per fortuna, negli ultimi tempi c´è una maggiore attenzione dei giudici. Ma uscire da una setta è comunque uno shock per un bambino - conclude Tinelli - significa sentirsi doppiamente orfani». Come rinascere un´altra volta, alla luce del sole.

martedì 11 gennaio 2011

"La rabbia dei figli rimasti senza padri" - di Alessandro D'Avenia

La rabbia dei figli rimasti senza padri
di Alessandro D'Avenia La Stampa 24-12-2010
https://www.profduepuntozero.it/2010/12/24/la-rabbia-dei-figli-rimasti-senza-padri/