Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio
"Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti"
12° Congresso Internazione promosso dalla Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR):
"L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" Verona, 20 e 21 Novembre 2010.
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html
http://pietrobono.blogspot.com/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html

venerdì 25 maggio 2012

“La psicosetta Arkeon è tutta una montatura mediatica”




Giovedì 17 Maggio 2012 19:41

“La psicosetta Arkeon è tutta una montatura mediatica”

Ultime battute del processo a Bari: parlano gli avvocati difensori
 Giorni cruciali per il processo alla presunta psicosetta ‘Arkeon’ dinanzi ai giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari che dopo circa un anno di dibattimento sono giunti ad ascoltare le arringhe degli avvocati difensori di Carlo Moccia. Nel corso dell’udienza svoltasi l’altro ieri mattina sul gruppo di miglioramento personale accusato di essere stato “la più ramificata psicosetta mai organizzata in Italia” - la difesa ha esposto le proprie tesi in risposta alla richiesta della pena formulata dal Pubblico Ministero Francesco Bretone lo scorso 23 aprile. In particolare la difesa, sulla base delle richieste formulate dallo stesso Pubblico Ministero, ha analizzato una ad una le accuse alla luce delle deposizioni dei testimoni, illustrando anche con il supporto di video e powerpoint le numerose strumentalizzazioni mediatiche dell’intera vicenda. E così gli avvocati in difesa di Moccia hanno tentato di smontare le accuse di truffa e abuso di professione: stando alle dichiarazioni dei testimoni interrogati nelle ultime udienze, è emerso che Vito Carlo Moccia – fondatore del gruppo - non si è mai presentato come psicologo né come psicoterapeuta nei confronti delle persone che partecipavano ai seminari, ma al contrario ha sempre esposto nei volantini i titoli regolarmente conseguiti nel corso del suo percorso di studi. È inoltre da escludere, secondo la difesa, che si potessero creare situazioni di ambiguità dal momento che le persone si avvicinavano ad Arkeon per compiere un percorso di crescita personale e di consapevolezza solo attraverso il metodo del “passaparola” tra gli iscritti ai seminari, senza cioè essere “adescati” con promesse di miracolose guarigioni o di altri vantaggi come spesso succede in questi casi. Diverse testimonianze in corso di processo hanno confermato inoltre che gli iscritti erano totalmente liberi di partecipare o meno ai seminari, mentre per quanto riguarda le somme richieste per la frequentazione dei seminari, sempre regolarmente fatturate, queste erano unicamente finalizzate alla copertura delle spese per la realizzazione dei corsi stessi. Nulla esclude che una volta terminato il seminario le persone potessero essere più o meno soddisfatte, e dalle registrazioni video prodotte molti lo erano, ma non esistono in alcun caso le condizioni per poter parlare di inganno o tantomeno di truffa. Nei seminari, inoltre, non sarebbero mai state utilizzate tecniche psicologiche, ne tanto meno dinamiche del “patto terapeutico” che invece si instaura di routine tra il paziente e lo psicologo: nei seminari di Arkeon, infatti i coordinatori dei gruppi si proponevano di affiancare gli iscritti in un cammino di benessere spirituale e non certo terapeutico. Inoltre l’ovvia assenza della formulazione di una diagnosi sulla base della quale applicare una qualche terapia conferma le nette differenze tra il metodo Arkeon e il lavoro dello psicologo, differenze delle quali peraltro erano a conoscenza tutti i partecipanti ai seminari. Anche sui presunti maltrattamenti perpetrati dai responsabili di Arkeon, la Difesa ha cercato di convincere i giudici che non esiste traccia in nessuna delle deposizioni dei testimoni di “una condotta vessatoria e umiliante che si prolunga nel tempo”, come prefigurato da tale tipo di reato. Collegato a questo argomento, è inoltre da ricordare come la presenza di minori normalmente non era prevista nei seminari, che di solito erano rivolti ai loro genitori, i quali solo raramente erano – di loro iniziativa e non certo su sollecitazione dei coordinatori dei seminari – accompagnati dai propri figli. All’accusa per il reato di procurato stato di incapacità, invece, la difesa ha replicato che nessuno dei partecipanti sarebbe mai stato costretto nel corso dei seminari a partecipare obbligatoriamente: molto semplicemente, nessuna delle persone che ha testimoniato in tutta la durata del processo ha dichiarato di essere stata coinvolta in attività contro la propria volontà. Numerosi gli elementi portati dalla difesa per provare l’insussistenza del reato più grave tra quelli contestati, ovvero quello di associazione a delinquere: tra questi, il fatto inequivocabile che nell’’esatto momento in cui sono giunte dall’esterno le prime critiche nel corso delle puntate della trasmissione televisiva “Tutte le mattine” i vertici dell’associazione – oltre che attivare immediatamente il comitato etico interno, che agiva da strumento di controllo - hanno richiesto l’intervento del CISF, un centro studi esterno al quale è stato affidato il compito di verificare se vi fosse qualcosa da correggere nel metodo Arkeon, atteggiamento che certamente non concilia con quello di chi è coinvolto in presunte attività criminali. Gli avvocati hanno infine ricordato che negli anni oltre 10mila persone hanno preso parte ai seminari e che da nessuna di queste esperienze ha preso origine l’indagine. Che invece è partita dalla segnalazione di un’associazione che si è poi costituita parte civile, chiedendo un ingente somma per il risarcimento danni, come documentato dalla una interrogazione parlamentare del Senatore Andrea Pastore. Il team della difesa si è quindi interrogato sui danni creati a individui e famiglie coinvolti da un’inchiesta basata inizialmente su una lettura distorta e strumentale dei fatti, che ha causato un’assurda sovraesposizione mediatica e uno stigma del tutto inopportuno a carico di chi semplicemente – adulto e consenziente, senza coercizione alcuna – aveva deciso di partecipare a corsi e seminari che ad altro non erano finalizzati se non al miglioramento personale degli iscritti. A decidere sui corsi di Arkeon, però, adesso saranno i giudici della II Sezione Penale del Tribunale di Bari. 

 Antonio De Luigi



mercoledì 9 novembre 2011

Arkeon, l’ultima riunione raccontata dalla psicologa - da Gazzetta del Mezzogiorno 9-11-2011




DA “Gazzetta del Mezzogiorno” – ed. Bari
9 novembre 2011 – pag. 3


IL PROCESSO E MOCCIA APRE UN SITO PER SPIEGARE LA SUA VERITA’

- Arkeon, l’ultima riunione raccontata dalla psicologa -

Ha parlato dell’ultima riunione di arkeon avvenuta a Roma nel 2008. Quando, però, le sono state rivolte domande di carattere più generale sulle religioni, sulle sette, sulle anti-sette, quelle per cui era stata chiamata a rispondere dai difensori degli imputati in quanto “esperta”, il Tribunale di Bari non ha ritenuto di ammettere le domande.
Raffaella Di Marzio, psicologa, è molto nota nel mondo delle sette, delle religioni, della spiritualità di cui si occupa anche su un proprio sito internet. http://www.dimarzio.it/srs/
La donna è uno dei cinque testi citati ieri nell’ambito del processo denominato Arkeon. Al centro della vicenda l’esistenza di una presunta “psico-setta” che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del “Reiki”, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere 10mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da malattie, infertilità, problemi spirituali. A rappresentare l’accusa il pm Francesco Bretone.  I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008.  Principale imputato Vito Carlo Moccia, fondatore di Arkeon che ha aperto il sito http://www.veritasuarkeon.org/ .  Attraverso pareri e testimonianze si propone come strumento di informazione da cui si evincerebbe una realtà diversa rispetto alle accuse.  (g. l.)

martedì 18 ottobre 2011

Una coraggiosa testimonianza di Cristina Caparesi


8 marzo 2011 : Raffaella Di Marzio riceve l'avviso di archiviazione, per infondatezza delle notizie di reato, del procedimento che pendeva su di lei da tre anni. 
Sul suo blog, la Di Marzio condivide la sua gioia per questo fatto, dopo tre anni di persecuzione subita. Soprattutto a causa di affiliati ad un centro anti-sette estremista.
Tra i commenti portati, in quella occasione, da alcuni lettori, risalta la coraggiosa testimonianza della Dott.ssa Cristina Caparesi, corrispondente, insieme a Raffaella Di Marzio, per l'ICSA (International Cultic Studies Association) in Italia e responsabile di SOS Abusi Psicologici.


"Cara Raf, mi unisco al coro dei "finalmente" che già da più parti ti hanno inviato. Se ricorderai ti telefonai lo stesso giorno in cui ti arrivò il fatidico avviso. Erano passati diversi anni dal nostro ultimo colloquio ma quando mi accorsi di certi “movimenti strani” da parte di una nota persona dell’ambiente “antisette” capii che qualcosa di grave era già successo e decisi di avvertirti. Fu così che appresi in diretta della chiusura del tuo sito, appena avvenuta, mentre smarrita non riuscivi a capire cosa stesse succedendo. Ricordi? Io purtroppo lo avevo capito.
Negli anni precedenti ai tristi fatti che ti hanno visto protagonista (anni nei quali di Arkeon neanche si parlava pubblicamente e le indagini su di loro non erano iniziate) ero già stata testimone di una certa prassi della solita nota esperta per la quale la soluzione conflittuale (e possibilmente giudiziaria) doveva rappresentare la normale conclusione di rapporti di collaborazione con persone ed associazioni con interessi simili al suo. Non saprei se perché non sia in grado di rapportarsi con chi decida di interrompere una collaborazione con lei o perché voglia eliminare la concorrenza o per chissà quale altro motivo. Posso ben comprendere perché questo tipo di persone abbia la rara capacità di peggiorare i rapporti ed accendere gli animi, cosa della quale proprio non ci sarebbe bisogno nell’aiuto alle famiglie colpite dal fenomeno settario.
Particolarmente gravi furono le denunce verso Silvana R. che le costarono anni di procedimenti giudiziari i quali, pur chiudendosi con l’infondatezza della notizia di reato come per te, non le evitarono sofferenze, fastidi e spreco di risorse. Il tuo caso fu la ciliegina sulla torta e credo anche il più eclatante però solo uno degli ultimi in ordine cronologico. Permettimi anche di ricordare ancora l’assordante silenzio di altre associazioni di aiuto contro le sette che mai si sono dissociate da certi comportamenti anche dopo che alcuni di noi avevano cercato di informarli: associazioni pronte a fare una gran cagnara mediatica nel parlare della manipolazione mentale delle sette ma lacunose sui discutibili comportamenti di una sua parte.
Direi che questa nuova archiviazione chiuda il cerchio. Finalmente!
Mi chiedo quante volte ancora bisognerà disturbare la magistratura con notizie di reato infondate prima che sia palese a TUTTI della malafede esistente in certi ambienti antisette che con le loro azioni o con il loro silenzio hanno contribuito a destabilizzare ed ulteriormente estremizzare un campo di per sé estremista e dualistico quale quello del mondo settario. Certo non a favore delle vittime di sette o dei loro famigliari!
In attesa perciò che il mondo antisette italiano manifesti pubblicamente solidarietà a te e Silvana, brindo a questa tua vittoria. Presto potremmo scrivere un bell’articolo a più mani aggiungendo un nuovo capitolo sul fenomeno settario in Italia che potrà andare ad arricchire anche la letteratura straniera sull’argomento.
Con affetto
Cristina Caparesi
10 marzo 2011 11:30

sabato 1 ottobre 2011

Processo arkeon, gonfiate le deposizioni contro Moccia 1-10-2011


PROCESSO ARKEON, GONFIATE LE DEPOSIZIONI CONTRO MOCCIA
Continua la sfilata dei testimoni, ora anche a favore del maggiore imputato -
Quotidiano di Bari 1-10-2011
http://www.quotidianodibari.it/

... Nel corso dell'udienza svoltasi la settimana scorsa la deposizione di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, Carla C. e Massimo B., ha fatto registrare un inatteso colpo di scena. Secondo quanto è emerso dalle dichiarazioni dei testimoni infatti, i due avrebbero subito "pressioni" dirette da parte di altri testi principali del processo affichè scrivessero relazioni negative in merito alla loro esperienza in Arkeon, per un generico "studio sul metodo" condotto dal CeSAP, il centro studi barese da tempo dichiaratamente ostile a Moccia, relazioni poi utilizzate per attaccare il gruppo Arkeon. 
Entrambi i testi hanno anche affermato di aver "notevolmente gonfiato" il contenuto di tali dichiarazioni poichè così era stato chiesto loro, con particolare riguardo ai soldi spesi per la partecipazione ai seminari di Arkeon.  Nella ricostruzione della sua esperienza in Arkeon, Massimo B. ha inoltre dichiarato davanti ai Giudici della Seconda Sezione Penale di essersi lamentato in merito al comportamento di alcuni maestri direttamente con Moccia, il quale gli rispose che era libero di lasciare il gruppo e di comportarsi come meglio credeva: la testimonianza ha quindi evidenziato che non erano presenti forme di coercizione relative alla frequentazione dei gruppi da parte di Moccia.
Entrambi i testimoni, sempre nel corso dell'udienza del 20 settembre scorso, infine hanno riferito in merito all'  "esercizio dell'elemosina", confermando che veniva fatto durante i gruppi, ma aggiungendo che chiunque era libero di non prendervi parte senza subire alcuna pressione in merito.
Un'altra accusa mossa a Moccia era la sua presunta corresponsabilità nell'istigare i membri di Arkeon a non seguire cure appropriate in caso di malattia, affidandosi solo ai consigli dello stesso Moccia per la guarigione.
E' stato nuovamente un testimone dell'accusa, paradossalmente, a indicare ai componenti del collegio giudicante barese una verità diversa: il teste G. ha affermato che nessuno del gruppo Arkeon l'ha mai indotta a sostituire la terapia farmacologica e psicologica che aveva in corso, con procedure del metodo Arkeon.
Si torna in aula la prossima settimana, martedì 4 Ottobre.

(fdm)

da  Quotidiano di Bari  1-10-2011

venerdì 23 settembre 2011

COLPO DI SCENA NELL’AMBITO DEL PROCESSO ARKEON 23-9-11

COLPO DI SCENA NELL’AMBITO DEL PROCESSO ARKEON 23-9-11

Le deposizione di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, nell'udienza del 20/9 ha fatto registrare un inatteso colpo di scena nell'ambito del processo Arkeon



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Torino, 23/09/2011 (informazione.it - comunicati stampa) Bari, 21 settembre 2011  -  Nel corso dell’udienza svoltasi ieri presso il Tribunale di Bari relativa al “processo Arkeon”, le deposizioni di due testimoni dell'accusa convocati dal Pubblico Ministero, Carla C. e Massimo B., ha fatto registrare un inatteso colpo di scena.

Secondo quanto è emerso dalle dichiarazioni dei testimoni infatti, i due avrebbero subito “pressioni” dirette da parte di altri testi principali del processo affinché scrivessero relazioni negative in merito alla loro esperienza in Arkeon, per un generico “studio sul metodo” condotto dal CESAP, il centro studi barese da tempo dichiaratamente ostile a Moccia, relazioni poi utilizzate per attaccare il gruppo Arkeon.  Entrambi i testi hanno anche affermato di aver “notevolmente gonfiato” il contenuto di tali dichiarazioni poiché così era stato chiesto loro, con particolare riguardo ai soldi spesi per la partecipazione ai seminari di Arkeon.

Nella ricostruzione della sua esperienza in Arkeon, Massimo B. ha inoltre dichiarato di essersi lamentato in merito al comportamento di alcuni maestri direttamente con Vito Carlo Moccia, il quale gli rispose che era libero di lasciare il gruppo e di comportarsi come meglio credeva: la testimonianza ha quindi evidenziato che non erano presenti forme di coercizione relative alla frequentazione dei gruppi da parte di Moccia.

Entrambi i testimoni infine hanno riferito in merito all’ “esercizio delle elemosina”, confermando che veniva fatto durante i gruppi, ma aggiungendo che chiunque era libero di non prendervi parte senza subire alcune pressione in merito.

Un’altra accusa mossa a Moccia era la sua presunta corresponsabilità nell'istigare i membri di Arkeon a non seguire cure appropriate in caso di malattia, affidandosi solo ai consigli di Moccia per la guarigione, E' stato nuovamente un testimone dell'accusa, paradossalmente, a indicare ai Giudici una verità diversa: Il teste Gambuto ha affermato che nessuno del gruppo Arkeon l’ha mai indotta a sostituire la terapia farmacologica e psicologica che aveva in corso con procedure del metodo Arkeon.

Tutto quanto riportato in questa nota risulta dai verbali relativi all’udienza del 20/09/2011 presso il Tribunale di Bari, e fa intravedere un'altra verità sul "affaire Arkeon" rispetto a quanto propagandato fino ad oggi.

Nel frattempo, oggi, l'esperta di Nuovi Movimenti Religiosi Prof. Raffaella Di Marzio è in audizione sul tema "sette" presso il Senato della Repubblica: "In Italia dobbiamo guardarci da chi grida 'allarme sette' senza un più che giustificato motivo - aveva dichiarato recentemente la Di Marzio a margine di un convegno a Roma - accusare qualunque gruppo di essere setta equivale a dire che niente è setta. E soprattutto bisognerebbe anche indagare sulla cosiddetta 'setta degli antisette': gente poco preparata che interviene a sproposito, disposti a qualunque cosa al solo scopo di ottenere spazio sui giornali, con metodi assolutamente identici a quelli delle sette che dicono di voler combattere". 
 
 
Ufficio Stampa

Glebb & Metzger
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giovedì 3 marzo 2011

Lettera al direttore sul Caso Arkeon - Ci scrive il difensore di Vito Carlo Moccia 2-3-11


Da “Quotidiano di Bari” 2-3-2011  http://www.quotidianodibari.it/

Lettera al direttore sul Caso Arkeon
Ci scrive il difensore di Vito Carlo Moccia

Dal difensore del sig. Vito Carlo Moccia, in riferimento ai ns. articoli comparsi nei giorni 20.02.2011 e 25.02.2011, rispettivamente intitolati "Arkeon: si suicida uno dei testi" e "Arkeon, processo rinviato ad aprile", entrambi a firma di Mirko Misceo. Riceviamo e pubblichiamo:



“Egregio Signor Direttore,

In merito agli articoli da voi pubblicati in data 20 febbraio2011 e del 25 febbraio 2011 rispettivamente dal titolo "Arkeon: si suicida uno dei testi"  e  "Arkeon, processo rinviato ad aprile"  ho rilevato una serie di inesattezze e di menzogne che per gravità sono seconde solo alla leggerezza e superficialità con le quali è stato trattato l'argomento, rafforzate dalla mancanza di fonti e da una narrazione più aneddotica che giornalistica. In primis, il fatto di cronaca al centro dell'articolo è completamente inesatto: si parla di un colpo di pistola del quale non si ha alcun riscontro nella realtà che anzi attribuisce le cause della morte ad altro mezzo.

Tralasciando questo dettaglio - che non credo sia tale per un articolo che vorrebbe essere di cronaca - l'identità del suicida ha lasciato credere al giornalista di essere autorizzato a manipolare a proprio piacimento importanti elementi relativi ad un processo in corso che vedevano il deceduto coinvolto in qualità di testimone dell'accusa. L'affermazione che il lavoro dei PM sia "sempre più arduo nel processo, contro la psicosetta"  è del tutto falsa poiché le dichiarazioni rese da Fornesi nel corso delle indagini, a seguito della sua morte, finiranno direttamente nel fascicolo del giudice e ciò senza alcuna possibilità da parte delle difese di contro-interrogare. Il legame tra l'episodio ed il processo in corso è, poi, decisamente pretestuoso e fazioso nei toni in cui viene spiegato: per collegare le due situazioni il giornalista arriva a distorcere la realtà, trasformando in pochi mesi i cinque anni trascorsi dalla ricezione dalla citazione con richiesta di danni.  Discorso simile può essere fatto per quanto riguarda il divorzio di Carlo Fornesi: difficile affermare che sia la principale causa del gesto, ma ancora più difficile affermare - come invece viene fatto - che esso sia recente, dal momento che invece la separazione dalla moglie è avvenuta quattro anni fa.  Altrettanto falso risulta essere, quanto riportato in merito al matrimonio, poiché non corrisponde al vero che questo sia avvenuto "durante una seduta di Arkeon": si è celebrato invece con rito cattolico presso una chiesa di Genova nel 2004.  Sarebbe inoltre interessante sapere come faccia l'autore dell'articolo ad essere a conoscenza di alcune confidenze fatte dalla moglie al dottor Fornesi, che come tali vengono riportate.  Così come misteriose risultano essere le minacce di morte che a detta dell'informatissimo giornalista centinaia di membri di Arkeon portano avanti: la completa mancanza di dettagli (inevitabile, dal momento che non vi è alcun riscontro fattuale) dimostra meglio di qualsiasi altra prova la completa falsità di quanto riportato.
La realtà dei fatti sembra suggerire che questa dichiarazione, come tutto l'articolo d'altronde, non si basi su dati concreti ma su voci e dicerie che non hanno riscontro con la realtà e che vengono qui riportate con il solo scopo di diffamare e di alterare un processo nei riguardi del quale la vostra testata si trasforma misteriosamente in organo di informazione a portavoce dell’accusa”.

Distinti saluti

Avv. Maria Chiara Zanconi